P3. Lombardi: “Su Lodo Alfano volevo avere i meriti con Berlusconi”

Pubblicato il 17 Luglio 2010 - 19:10 OLTRE 6 MESI FA

Nicola Cosentino

”Con riferimento alla vicenda del giudizio di costituzionalità relativo al cosiddetto Lodo Alfano ho tentato di interessarmi per acquisire meriti con il capo del mio partito, onorevole Silvio Berlusconi, affiché potesse ritenersi che ero in grado di arrivare anche ai giudici della Corte Costituzionale”. E’ uno dei passi dell’interrogatorio di garanzia al quale, il 10 luglio scorso, è stato sottoposto Pasquale Lombardi, uno dei principali indagati nell’inchiesta sulla cosiddetta P3.

”Ammetto – si legge nel verbale redatto davanti al gip – di aver contattato il presidente emerito Cesare Mirabelli, ma lui oramai non conta più nulla. Il giudice donna al quale si fa riferimento nella conversazione del 30 settembre 2009 è stata segnalata dal partito Pdl, ma non ne ricordo il nome”.

”Confermo – dichiarava l’ ex giudice tributario – gli incontri svoltisi in casa dell’onorevole Verdini ai quali hanno partecipato anche l’onorevole Dell’Utri, l’onorevole Caliendo ed il giudice Miller. Non ricordo della presenza di Martone (ex avvocato generale della Cassazione ndr). In quelle occasioni non abbiamo parlato dell’ imminente giudizio di costituzionalita’ del cosiddetto Lodo Alfano, ma soltanto della candidatura per la presidenza della Regione Campania”.

”Nego – precisava Lombardi – che l’interessamento al giudizio di costituzionalita’ del Lodo Alfano sia stato posto in corrispettivo con i vertici del partito della candidatura dell’onorevole Cosentino”.

”Dopo l’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare (da parte dei pm di Napoli ndr) Cosentino mi ha chiesto se conoscessi qualcuno in Cassazione perché, per il 28 gennaio 2010, data fissata per la discussione del ricorso era previsto uno sciopero degli avvocati; io ho chiamato il presidente Carbone per sapere se il ricorso sarebbe stato comunque trattato”.

E’ un altro passo dell’interrogatorio di garanzia di Pasquale Lombardi del 10 luglio scorso. Rispondendo alle domane del gip, l’ex giudice tributario precisa, inoltre di non essere in grado di dire a ”chi facessi riferimento quando dicevo ‘lui è rimasto contento per quello che stiamo facendo per il 6. Nego tuttavia che si tratti dell’onorevole Verdini”.

Il riferimento è a una telefonata del 2 ottobre 2009 con Nicola Cosentino in vista del giudizio di costituzionalità del Lodo Alfano del 6 ottobre successivo. In una informativa alla procura i carabinieri Lombardi vorrebbe far intendere al Cosentino che la sua candidatura a presidente della Regione Campania è stata da loro richiesta nel corso della riunione quale contropartita per l’operazione Lodo Alfano”.

Alcuni magistrati chiesero a Pasquale Lombardi di interessarsi ”ottenere o agevolare le rispettive nomine o incarichi direttivi”. ”Sono persone – aggiunge Lombardi – con le quali ho rapporti di amicizia ultraventennale” e che ”lo hanno chiesto proprio a lui perche’ ho molte conoscenze e amicizie nell’ambiente politico e giudiziario. Si sa come queste nomine siano influenzate in maniera determinante dalle quattro correnti in seno all’Anm ed alla politica, che può fare tutto”.

 ”Preciso – dichiara Lombardi – che i contatti che ho avuto per sollecitare le nomine agli incarichi di cui si parla nell’ordinanza di custodia cautelare li ho intrattenuti con due consiglieri togati del Csm e con due componenti laici”. Nel corso dello stesso interrogatorio l’indagato nega di essere a conoscenza dell’attività di ”dossieraggio relativa alle presunte inclinazioni sessuali dell’onorevole Caldoro”; ammette che il ”Giacomino” citato in una conversazione con Alfonso Marra è Caliendo e nega di aver avuto contatti con il vice presidente del Csm, Nicola Mancino.