1. Padellaro (il Fatto): “In Italia i giornali sono liberi, ma la tv…Sinistra molesta, destra querelosa. 2. Bondi ultrà. 3. Storace: Fini traditore”

Pubblicato il 1 Novembre 2010 - 10:54 OLTRE 6 MESI FA

Antonio Padellaro

Un’opinione alla bastiancontrario sulla sinistra e un bel morso alle caviglie di Fini da destra portano alla giornata uggiosa che precede la celebrazione dei morti una ventata di freschezza.

Antonio Padellaro, direttore del Fatto quotidiano, dopo essere stato direttore dell’Unità e vice direttore dell’Espresso, in una intervista al Giornale dei Berlusconi critica da sinistra la sinistra, mentre  Storace, non è una novità ma è l’unico che rompe gli schemi, chiama i camerati in piazza contro “Fini traditore”.

In mezzo c’è l’ovvio rintocco a morto di Sandro Bondi, ma date le ricorrenze merita di essere ricordato.

Dice Padellaro: in veste di direttore dell’Unità ”ho conosciuto molto da vicino la grande suscettibilità della sinistra nei confronti della libertà di stampa dei giornali: una suscettibilità che può raggiungere livelli insopportabili”.

Però, aggiunge Padellaro, “la sinistra rompe infinitamente le scatole, ma ha un pregio: non querela. Invece la destra ci riempie di querele. Credo di detenere il record italiano, ne ho almeno una cinquantina.C’è qualcuno che mi ha chiesto addirittura 11 milioni di euro di da ni, manco fossi il Superenalotto. La sinistra fa pressioni, la destra invece manda gli avvocati”. Qui Padellaro pecca di presunzione, perché giornali come Repubblica e il Corriere, tra cause civili e penali, ne hanno un mezzo migliaio ciascuno, con parcelle milionarie di avvocati e con accantonamenti a bilancio, che tutti possono vedere, per milioni di euro. Quanto alla richiesta che scandalizza Padellaro, da tempo dieci milioni è lo standard dell’entourage di Berlusconi, cui peraltro, milione più milione meno, non si sottrasse nemmeno l’ex compagno Massimo D’Alema quando citò per danni Giorgio Forattini per una vignetta su Repubblica. Poi di solito i giudici, se non si tratta di loro colleghi, assolvono o infliggono sanzioni molto più miti.

Secondo Padellaro ”la politica dovrebbe stare ben lontana dai giornali e quando se ne occupa dovrebbe evitare di dare la sensazione di voler tappare la bocca a qualche testata. Ci possono essere voci che ci danno fastidio nel panorama del l’informazione, ma devono poter parlare tutte. E vivaddio lo fanno».

Anche se “il discorso è diverso per la tv”, ma qui c’è poco da fare, almeno per ora (pur se anche in questo caso ci sarebbe da polemizzare con la sinistra che, quando ne aveva la forza in Parlamento, poteva tragliare le unghie a Berlusconi e invece si è girata dall’altra parte), “per quanto riguarda la carta stampata non c’è assolutamente nessun regime: c’è un effettivo pluralismo. […] Ci sono miriadi di testate con impo stazioni diverse e tutto si può dire tranne che in questi ultimi mesi non ci sia stata in formazione plurale e i che i giornali non siano spesso stati protagonisti e non abbiano potuto influenzare la politica con le loro iniziative in formative”.

Presentat’arm al Giornale che lo intervista, da parte di Padellaro, e con ragione, sulla inchiesta sulla casa di Montecarlo, che ha schizzato parecchio fango su Gianfranco Fini e la sua nuova famiuglia d’acquisto, i Tulliani: “è stata un’eccellente inchiesta giornalistica, fatta con grande cura. E ha saputo segnare un’intera estate”. Però, aggiunge chiedendo alla intervistatrice, Laura Cesaretti: “Vi sto ancora aspettando al varco sulla storia della nipote di Mubarak: non mi pare che sulle pagine del Giornale si sia ancora esercitata la virtù dell’ironia, a quel proposito. E sì che me riterebbe…”.

L’intervista a Padellaro segue un duro attacco lanciato dal Giornale nell’edizione di domenica contro l’ex ministro Paolo Gentiloni, attacco violento, con un po’ di schiuma alla bocca, nello stile del suo autore, il direttore Alessandro Sallusti.

Passiamo a destra e ai dolori che dilaniano lo schieramento. L’ex comunista Bondi, ultrà berlusconiano, ha sferrato un violento attacco ai suoi ex compagni:  ”L’Italia è condannata alla barbarie politica finché ci sarà una sinistra che strumentalizza la giustizia per combattere gli avversari politici, che cavalca ogni forma di campagna scandalistica per distruggere l’onorabilità degli esponenti politici del centrodestra, che invoca le dimissioni di un leader politico sulla base di propalazioni senza alcun fondamento riguardanti una vicenda dai contorni già chiariti, che insegue la formazione di un nuovo governo dell’opposizione, che introduce da oltre vent’anni nella vita democratica il veleno dell’odio e della demonizzazione personale”.

Più divertente Storace che rilascia un’intervista al vetriolo contro Fini sul Giornale e indice per sabato 6 novembre una manifestazione del suo partito, la Destra, a Roma cui “interverranno quanti considerano Fini un traditore”.