Padoan: Italia sotto il 3%. Voci dalla Ue: Non basta, manovra rischia bocciatura

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Ottobre 2014 - 18:52 OLTRE 6 MESI FA
Padoan: Italia sotto il 3%. Voci dalla Ue: Non basta, manovra rischia bocciatura

Padoan: Italia sotto il 3%. Voci dalla Ue: Non basta, manovra rischia bocciatura (foto LaPresse)

ROMA – Da una parte c’è il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan che ripete e rassicura: “L’Italia rispetterà il 3%”. Dall’altra c’è una vocina, un sussurro che proviene da autorevole agenzia, la Reuters, che citando fonti Ue dice: “Non basta, l’Europa vi boccerà il piano, rimandandovi tutto indietro per le correzioni”. In mezzo c’è la manovra da 30 miliardi, quella che a detta di Matteo Renzi tenterà il più grande taglio delle tasse della storia di questo paese. Europa permettendo.

Il cuore della questione, infatti, è proprio quello. Ciò che Europa deciderà. Perché per muoversi l’Italia ha già fatto sapere, in più e in più riprese, che di pareggio strutturale di bilancio nel 2015 non se ne parla. Casomai sarà il 2017.

Padoan, uscendo dall’Ecofin, continua a puntare su quello che l’Italia ha fatto. Si fa forte di quel rapporto deficit/pil fissato a 2,9%, un’inezia sotto la soglia di infrazione, quella da cui siamo usciti da poco. E che a lungo siamo stati tentati di risuperare.

Spiega Padoan che l’Italia è virtuosa e mantiene gli impegni presi ad aprile (sei mesi fa, ma quanto a speranze sembrano molti di più), quando il quadro di crescita era decisamente diverso:

“La previsione di crescita era l’1,1% più alta di quanto abbiamo oggi per il 2015, il contesto macroeconomico si è altamente deteriorato”.

Nonostante tutto il ministro si dice “fiducioso, perchè le nostre relazioni con la Ue sono molto costruttive, usiamo la flessibilità nelle regole e abbiamo un dialogo aperto con la Commissione”.

Fiducia, quella di Padoan, che non è la stessa dei “sussurratori” dentro Reuters. La manovra sarà bocciata e rispedita al mittente per le correzioni. Con buona pace di chi, Matteo Renzi,  non ne può più di metafore scolastiche e “compiti a casa”. Se dovesse succedere quello che da Reuters sussurrano non basterà evocare i “gufi”. Sarebbe bocciatura. E bisognerebbe rifare molti conti da capo. Soprattutto quelli sul taglio delle tasse.