Palazzo Chigi denuncia il “complotto delle foto”. Monnezza e Pompei: “Strategia anti nazionale”

di Lucio Fero
Pubblicato il 26 Novembre 2010 - 15:30 OLTRE 6 MESI FA

Il ministro degli Esteri Franco Frattini

Il governo unanime denuncia i “segnali” di un complotto “anti nazionale” di poteri oscuri. Non è un’allucinazione, è un comunicato ufficiale di Palazzo Chigi. Si informa il paese con apposita nota che: “Il ministro Frattini ha riferito su vicende delicate che rappresentano il sintomo di strategie dirette a colpire l’immagine dell’Italia sulla scena internazionale”. Roba grossa dunque, roba che minaccia la sicurezza nazionale. E di che roba si tratta? Il comunicato del governo non lascia l’allarme nel vago, è preciso e puntuale: “L’attacco a Finmeccanica, la diffusione ripetuta di immagini sui rifiuti di Napoli e sui crolli di Pompei, l”annunciata pubblicazione di rapporti riservati concernenti la politica degli Stati Uniti con possibili ripercussione negative anche per l’Italia”. Eccolo dunque il complotto che mestatori e disfattisti stanno mettendo in atto: l’inchiesta su Finmeccanica, le foto sui giornali e le immagini in tv sulla munnezza, la diffusione dell’istantanea sulla Casa dei Gladiatori crollata, le voci malevole su Obama che non vuole più bene all’Italia.

Il governo, informa il comunicato, ha raggiunto la certezza che non si tratta di casi isolati o fortuiti, ma, appunto di una “strategia”, parola non a caso scelta nella comunicazione ufficiale. Non è chiaro se registi o semplici comparse della strategia siano i cittadini campani che continuano a produrre ogni giorno rifiuti e la pioggia che ha intriso il terrapieno di Pompei poi franato sulle mura antiche. E’ lecito supporre che cittadini e pioggia siano complici inconsapevoli. Di certo però parte attiva della “strategia” devono essere, comunicato del governo alla mano, comunicato che li stana, i magistrati che indagano, i fotografi che fotografano, telecamere e cameramen che inquadrano, le troupe tv che hanno mollato Avetrana per andare a Napoli e Pompei, i giornali che pubblicano, le rotative che stampano, gli editori che lasciano fare e, in ultima analisi, anche la gente che legge e che guarda. Per non parlare di quella che vede rifiuti e crolli e non sta zitta e invece va in giro a raccontarlo.

La “strategia”, dice il comunicato di Palazzo Chigi, è rivolta contro la “nazione”, la sua immagine e i suoi interessi. Si tratta insomma di nemici della patria con probabili agganci fuori di confini. Ma il governo non dorme e al governo non la si fa. Infatti governo informa che: “Fermezza e determinazione si impongono a  difesa dell’immagine nazionale e degli interressi economici del paese. Tale intento è stato unanimente condiviso dal Consiglio dei ministri”. Fine del comunicato.

Ora la questione è: quando Frattini, ministro degli Esteri, ha riferito in Consiglio che il nemico è alle porte e che gode del sostegno di ampia quinta colonna interna, quando ha detto che le immagini della munnezza e quella del crollo di Pompei sono “il sintomo della strategia” anti nazionale, i ministri in seduta congiunta e unanime ci sono stati o ci hanno fatto? Sì, insomma, ci sono o ci fanno? Hanno creduto davvero alla minaccia organizzata, al complotto delle foto o hanno creduto che una sceneggiata vittimista in fondo ci poteva stare? Nel primo caso la politica sta cedendo il campo, è scesa in campo infatti la paranoia. Nel secondo caso giocano a “un’opera dei pupi” nel teatrino governativo. Il guaio è che nessuno è in grado di dire tra le due quale sia l’ipotesi più probabile.