Paola Muraro, rifiuti di Roma, inchiesta su Ama, Virginia Raggi: il caso “monnezzopoli”

di Edoardo Greco
Pubblicato il 1 Agosto 2016 - 13:29 OLTRE 6 MESI FA
Paola Muraro, rifiuti di Roma, inchiesta su Ama, Virginia Raggi: il caso "monnezzopoli"

Virginia Raggi, sindaco di Roma, con Paola Muraro, assessore all’Ambiente (ANSA)

ROMA – Perché si parla tanto dei rifiuti di Roma e del nuovo assessore all’Ambiente Paola Muraro, nominata dal sindaco di M5S Virginia Raggi? La Muraro, che ha un incarico chiave nella nuova giunta 5 Stelle, è stata per 12 anni consulente di Ama, la super indebitata e inefficiente azienda municipalizzata che gestisce la raccolta dei rifiuti a Roma.

In quei 12 anni Paola Muraro è stata pagata per un totale di oltre 1 milione di euro, avendo inoltre un contenzioso in corso con Ama per 200 mila euro. “Il suo curriculum era già noto”, filtra dalle persone vicine a Virginia Raggi che difende la Muraro e non vuole sentir parlare di dimissioni. Ma a fare cambiare idea alla Raggi potrebbero essere gli sviluppi di un’inchiesta della Procura di Roma che

riguarda una serie di impianti per il trattamento dei rifiuti, in particolare quattro “Centri per il trattamento meccanico e biologico dei rifiuti” o “TMB”, e un altro tipo di impianto, chiamato “tritovagliatore”. Secondo Repubblica, i carabinieri sospettano che in questi centri siano stati smaltiti meno rifiuti di quanto era specificato nel contratto di servizio. Dalle carte dell’indagine, scrive Repubblica, non è ancora chiaro se il sottoutilizzo degli impianti sia avvenuto con la complicità dei dirigenti Ama.

Chi accusa Muraro l’ha collegata all’indagine perché prima di diventare assessore è stata per 12 anni consulente di Ama, e fino allo scorso 30 giugno il suo ruolo riguardava proprio il controllo degli impianti “TMB”. Muraro era incaricata di controllare il rispetto da parte degli impianti dell’Autorizzazione integrata ambientale, il documento che contiene le regole alle quali gli impianti inquinanti (tra cui quelli per lo smaltimento dei rifiuti) devono sottostare per proseguire la sua attività. Repubblica scrive che al momento non si conoscono i nomi delle persone indagate e Muraro ha detto di non aver ricevuto alcuna comunicazione dalla procura. Alla domanda su cosa farebbe se dovesse risultare indagata, Muraro ha risposto: «Non posso pensare a una cosa che non è nella mia disponibilità. Ma ho pronto un mio dossier, lo tirerò fuori al momento giusto».

Gli impianti nel mirino della Procura di Roma sono della Co.la.ri. di Manlio Cerroni, il padrone della discarica di Malagrotta e monopolista per decenni dello smaltimento dei rifiuti nella Capitale. Particolare non irrilevante perché la Raggi – una delle sue prime decisioni sulla questione rifiuti – ha rimesso in gioco Cerroni che era stato tagliato fuori dall’amministrazione di Ignazio Marino, che aveva fatto chiudere la discarica di Malagrotta (che viola la normativa europea).

Sullo sfondo c’è la situazione critica dei rifiuti (raccolta nelle strade, differenziata, smaltimento) e il conflitto fra l’amministratore di Ama Daniele Fortini (ex Legambiente, nominato da Marino a gennaio 2014) e il neo assessore Paola Muraro:

Lo scorso 26 luglio, Fortini è stato ascoltato per cinque ore dai magistrati di Roma come persona informata sui fatti. Nel corso del suo mandato, Fortini ha presentato alla magistratura 14 esposti sulle presunte irregolarità avvenute in Ama e parte delle indagini in corso negli ultimi giorni sono iniziate proprio dalle sue testimonianze. In diverse interviste rilasciate a Repubblica e SkyTG24, Fortini ha sottolineato l’importante ruolo di Muraro come consulente di Ama e la sua conoscenza degli impianti nei quali sarebbero avvenute le irregolarità. Fortini, inoltre, ha detto che Muraro conosceva e aveva rapporti con diversi manager dell’amministrazione comunale che successivamente sono stati coinvolti in inchieste come Mafia Capitale.

Lo scontro tra Muraro e Fortini (che lo scorso giugno aveva annunciato le sue dimissioni pochi giorni dopo la vittoria di Virginia Raggi) va avanti ormai da settimane. Lo scorso 25 luglio Muraro ha incontrato Fortini nella sede dell’Ama e gli ha sottoposto una serie di richieste sulla gestione dei rifiuti, accusando la società e i suoi manager di aver gestito la raccolta in maniera inefficiente. L’incontro è stato trasmesso in diretta sulla pagina Facebook del Movimento 5 Stelle di Roma. Sabato, Muraro si è difesa dalle accuse di Fortini e ha chiarito i suoi rapporti con Ama, spiegando: «Io ero consulente di parte per Ama e ho fatto risparmiare al Comune 900 milioni di euro».

Il Pd, che ha chiesto e ottenuto che Virginia Raggi rispondesse in consiglio comunale sul problema rifiuti, va all’attacco sul caso Muraro. Nell’interrogazione presentata, la capogruppo dem in Campidoglio, Michela Di Biase, chiede “quale ruolo abbia avuto l’assessore Muraro, prima di assumere l’incarico di giunta, rispetto ad Ama, quali compensi abbia percepito dall’azienda”. E,in un’intervista all’Unità, il commissario dem Matteo Orfini rincara la dose, invitando il sindaco a Cinque Stelle a “ritirare le deleghe” a Muraro. Alla richiesta di dimissioni si unisce pure il Codacons e il senatore forzista Maurizio Gasparri. Mentre Stefano Fassina, di Sinistra Italiana, chiede subito un consiglio straordinario su Ama.

“Virginia Raggi sedeva in Consiglio Comunale e sa bene che con la mia Giunta siamo intervenuti con un progetto industriale per trattare i rifiuti organici a Roma. Virginia Raggi probabilmente non ha studiato e non sa che questo progetto esiste ed è fermo da 2 anni perché manca l’autorizzazione del Presidente Zingaretti”, ha dichiarato Ignazio Marino, ex sindaco di Roma, ad Agorà Estate, Rai Tre, replicando a Virginia Raggi che il 29 luglio scorso aveva detto che Marino avrebbe chiuso Malagrotta senza approntare un sistema congruo di smaltimento dei rifiuti. Marino ha poi aggiunto di non conoscere l’assessore Muraro.

Raffaele Ranucci, senatore del Pd: “I quotidiani ci dicono che la assessora Muraro ai rifiuti ha ricevuto in passato oltre un milione di euro per consulenze all’Ama. È evidente quindi che è necessario capire quali legami lei abbia con la gestione passata dei rifiuti nella capitale. Emergono conflitti d’interessi, consulenze milionarie, intrecci opachi. Tutto questo ci spinge a domandarci se la Muraro possa rimanere ancora al suo posto. Ma se questa è una domanda che poniamo alla sindaca Raggi constatiamo che il vento del cambiamento ci riporta indietro a periodi torbidi, al passato, ad Alemanno. È tutto questo mentre la capitale d’Italia e’ soffocata dai rifiuti”. Così il senatore del Pd Raffaele Ranucci, in una nota.

Senatrici Pd. Monica Cirinnà su Twitter: “La nostra Roma invasa dai rifiuti e un’assessore che si professa estranea a tutto ma poi lavora per Ama da anni. Un film: #monnezzopoli”.

Rosanna Fillippin: “A Roma spazzatura in ogni dove e un’assessore ai rifiuti che ha interessi in Ama. Altro che onestà. #Monnezzopoli #Muraro”

Francesca Puglisi: “La neo assessora #M5S a Roma #Muraro consulente di Ama da oltre 10 anni. Non bastano
dirette streaming per essere trasparenti! #monnezzopoli”.

Stefano Esposito, senatore del Pd e per pochi mesi assessore ai Trasporti della giunta Marino: “Torbidi interessi attorno ai rifiuti, le consulenze della #Muraro, rapporti con Panzironi e Alemanno #roma piena di spazzatura #monnezzopoli”.

La senatrice Giuseppina Maturani, vice presidente del gruppo Pd di Palazzo Madama: “La storia sta cambiando, diceva la Raggi appena eletta Sindaca, ma per ora, per Roma soffocata dalla spazzatura la storia rimane la stessa. Con il suo coagulo di interessi che ricorda le migliori nefandezze degli anni di Alemanno, questa giunta sta paralizzando la capitale d’Italia. Il vento del rinnovamento 5stelle, ad oggi, porta solo l’olezzo del familismo di una classe dirigente incapace di governare una città, figuriamoci il Paese. La vicenda Muraro, oggi su tutti i quotidiani, va chiarita al più presto”.

E la Raggi? Difende il suo assessore. “Sta facendo un ottimo lavoro – rivendica la sindaca a Cinque Stelle -. Considerando che Ama è stata appannaggio del Pd e del Pdl per anni, che oggi vengano a far polemiche fa un po’ sorridere. Stanno facendo polemiche contro la loro politica di gestione su Ama”. E la voce del Movimento Cinque Stelle, almeno formalmente, risuona all’unisono: “Gli attacchi del Pd sono una medaglia al valore, perché dimostrano che sui rifiuti abbiamo scoperchiato il vaso di Pandora. Noi continuiamo sulla nostra strada, la città è con noi” Dopo settimane di caos rifiuti – con strade sporche e cassonetti per terra -, l’assessora all’Ambiente la scorsa settimana ha fatto un blitz nella sede della municipalizzata, a cui ha chiesto immediatamente un piano operativo per riportare Roma “alla normalità”.

In consiglio comunale la Raggi ha esposto il suo piano per i rifiuti: “Roma Capitale deve procedere alla riorganizzazione di Ama sotto l’egida della sindaca e dell’assessorato preposto ma nel contempo, Roma Capitale ed la sindaca devono reclamare, rivendicare e riappropriarsi del ruolo di indirizzo operativo e di vigilanza del socio di maggioranza al 51% e ricondurre Acea a servizio della città”.

Ama, incautamente, in questi ultimi anni non si è dotata delle infrastrutture impiantistiche necessarie – spiega – offrendo, quindi, di fatto, opportunità a gruppi privati e ad Acea di inserirsi nel settore di attività proprie di Ama. Di fatto, Ama è stata relegata a svolgere mera attività di raccolta, trasbordo, trasporto e scarico in discarica, con enormi costi di dotazione per contenitori, veicoli e mezzi”.

“La politica per la gestione dei rifiuti urbani a Roma Capitale poggerà sui primi tre passi della gerarchia europea: riduzione, riuso e recupero di materia“.  “Gli obiettivi – spiega – sono necessariamente perseguiti adottando i seguenti concetti: prevenzione e riduzione dei rifiuti; raccolta differenziata e riciclo; monitoraggio e controllo; gestione di Ama”.

I numeri attuali di Ama sono oltre 600 milioni di euro di debiti, di cui 200 milioni verso fornitori, oltre 35 milioni di euro annui verso il pool di banche che la sostiene; 250 milioni di costi per la esportazione di rifiuti; circa 7500 dipendenti; una flotta di veicoli acquistati per oltre 200 milioni nel 2009 e 2010″.

“L’azienda sconta, inoltre, – spiega – alti costi industriali per tonnellata trattata e per tonnellata di Raccolta Differenziata conferita e ha bassi indici di efficienza nella pulizia stradale e nella manutenzione dei cassonetti su strada. L’intero parco impianti Ama soffre di deficit di manutenzione da tre anni“.

La discarica di Malagrotta è stata ufficialmente chiusa il 1 ottobre 2013. Attualmente necessita di messa in sicurezza e post gestione per i prossimi trent’anni da parte del Gestore, i cui oneri post gestione sono già saldati con la tariffa dei rifiuti”. Così la sindaca di Roma Virginia Raggi illustrando in assemblea capitolina le linee programmatiche sui rifiuti. Al termine del passaggio su Malagrotta la prima cittadina ha ricevuto un applauso dai banchi della maggioranza del M5s.