Paolo Cirino Pomicino: “Antonio Di Pietro mi chiese di incastrare Napolitano”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Luglio 2013 - 11:18 OLTRE 6 MESI FA
Paolo Cirino Pomicino: "Antonio Di Pietro mi chiese di incastrare Napolitano"

Paolo Cirino Pomicino (foto Lapresse)

ROMA – Paolo Cirino Pomicino accusa Antonio Di Pietro: “Voleva che accusassi Giorgio Napolitano dicendo che aveva preso soldi da me”. L’ex ministro Dc lo ha detto ad Agorà, su Rai Tre, sostenendo che ci fosse un disegno per incastrare l’attuale presidente della Repubblica (allora ministro dell’Interno).

Le dichiarazioni di Cirino Pomicino sono riportate da Paolo Bracalini sul Giornale

«Di Pietro mi chiese: “È vero che Giorgio Napolitano ha ricevuto soldi da lei?”.

Io risposi che non era vero, ma lui insisteva. “Guardi che c’è un testimone, un suo amico, che lo ha confessato”. “Se l’ha detto, ha detto una sciocchezza, perché non è vero” risposi io. E infatti la confessione era finta, me lo rivelò lo stesso Di Pietro poco dopo, un tranello per farmi dire che Napolitano aveva preso una tangente. Ma si può gestire la giustizia con questi metodi? E badi bene che lì aveva trovato uno come me, ma normalmente la gente ci metteva due minuti a dire quel che volevano fargli dire. In quegli anni le persone venivano arrestate, dicevano delle sciocchezze, ammettevano qualsiasi cosa e il pm li faceva subito uscire e procedeva col patteggiamento. Quando poi queste persone venivano chiamate a testimoniare nel processo, contro il politico che avevano accusato, potevano avvalersi della facoltà di non rispondere. E quindi restavano agli atti le confessioni false fatte a tu per tu col pubblico ministero»

L’obiettivo, secondo Cirino Pomicino, era quello di screditare Napolitano, tirando in ballo i soldi che avrebbe ricevuto per la sua corrente all’interno del Pci:

«Obiettivo del disegno complessivo era far fuori, dopo la Dc e il Psi, anche la componente amendoliana del Pci, quella più filo-occidentale, più aperta al centrosinistra. Tenga presente che a Milano fu arrestato Cervetti, anch’egli della componente migliorista di Giorgio Napolitano, e fu accusata anche Barbara Pollastrini. Entrambi poi scagionati da ogni accusa»

A tal proposito, Pomicino dice che la stessa richiesta di Di Pietro gli era arrivata durante un interrogatorio a Napoli:

«Il pm era il dottor Quatrano (nel 2001 partecipò ad un corteo no global e l’allora Guardasigilli Roberto Castelli promosse un’azione disciplinare, ndr). Mi fece incontrare una persona amica, agli arresti, anche lì per farmi dire che avevo dato a Napolitano e alla sua corrente delle risorse finanziaria»..