Massari si difende: “Non molestavo, facevo battute…ecco le lettere”. La moglie: “E’ lui l’offeso”

Pubblicato il 10 Giugno 2010 - 16:14 OLTRE 6 MESI FA

Paolo Massari

Madre, padre, moglie. Sono stati loro ad accompagnare l’ex assessore all’ambiente del Comune di Milano Paolo Massari durante la sua conferenza stampa di “discolpa”, quella nella quale ha finalmente raccontato la sua verità.

Già, perchè l’ex assessore è diventato “ex” non per un normale avvicendamento politico di fine legislatura, ma a causa delle dimissioni richiestegli dal sindaco Moratti per via di alcune accuse di molestie sessuali raccontate in un paio di lettere da un’impiegata dell’Ufficio del Turismo norvegese e da una dipendente del Comune, contrattista a termine. Le due donne, infatti, non hanno affatto gradito alcune di quelle battute che Massari innocentemente chiama un “proprio eccesso di cordialità e giovialità”.

In perfetto stile contemporaneo, la famiglia gli si è stretta attorno, e persino la moglie, che avrebbe potuto essere la prima offesa da cotanto “eccesso”, ha espresso la sua “piena solidarietà” al marito. E’ lui, infatti, il vero offeso, colui che a detta della sua compagna di vita, Olivia, ha visto la sua dignità “calpestata nel modo più orrendo”.

Ma cosa ha provocato l’ira delle donne e le scuse all’italiana in conferenza stampa – trasmessa neanche a dirlo in diretta tv – dell’ex assessore milanese? Cosa contengono le due contestatissime missive? Massari non le ha nascoste e in un nuovo “eccesso di cordialità” le ha portate con sè mostrandole a tutti.”Finalmente potete leggerle, me le hanno date dopo che ho rimesso le deleghe, in queste lettere non si parla mai di molestie sessuali”, ha detto, consegnandole ai giornalisti convinto della sua innocenza, peraltro mai messa in dubbio da una denuncia ufficiale nè tantomeno da una sentenza di condanna. Nelle lettere inviate al sindaco Moratti le due donne parlano di “indecorosi commenti e velate intimidazioni”, ma anche di “atteggiamenti, discorsi e comportamenti sgraditi e inappropriati”.

Sarà dunque per “eccesso di giovialità” che Massari in risposa alle richieste della dipendente comunale di una intercessione per il rinnovo del suo contratto le ha detto: “Non faccio favori di questo tipo nemmeno in cambio di favori sessuali”. Per l’uomo è davvero un “paradosso”, Massari ha quindi ribadito di non “fare favori a nessuno”, pèrchè “non è nel suo Dna”. Nel suo Dna, però, c’è la battuta. La battuta di chi, un po’ goffamente e forse con una certa mancanza di tatto approccia alle donne in maniera ironica, non tralasciando mai commenti di spirito, “simpaticamente” a sfondo sessuale.

Come avvenuto nella cena in piedi organizzata a casa del console italiano per la delegazione norvegese, nella quale stando alla dipendente dell’Ufficio del Turismo norvegese («non è una diplomatica», ha sottolineato), avrebbe tenuto  “atteggiamenti e discorsi sgraditi e inappropriati”. La signora potrebbe essersi offesa nel momento in cui sulla terrazza gli ha chiesto una sigaretta e Massari, che in quel momento stava fumando, le ha risposto dicendole di non poterle dare la sua perchè sarebbe stato “come baciarla”.

Massari spiega poi di aver deciso di intervenire sulla vicenda che lo riguarda solo ora perché voleva anzitutto capire di “cosa” venivo “accusato”, anche perchè, fa notare, “nelle lettere non si fa mai il mio nome”.

Sono stato «messo alla berlina», dice, voglio chiarezza. Quindi riferisce di aver incaricato i suoi legali di fare tutti i passi necessari per restituirgli «la dignità». E il suo posto al Comune.

“Io sono fatto così, faccio battute, rido, scherzo”, spiega e spiega ancora Massari. Non è l’auto ritratto di un molestatore, il suo, bensì la fotografia nitida di un “latin lover” cafonemente all’italiana, che all’italiana appunto si difende, con tanto di conferenza televisiva e famiglia al seguito, convocata a testimoniare la verità del maschio comune. E a enunciare la formula di rito: “piena solidarietà”.