Paolo Villaggio sul Fatto: “Se gli Usa ci invidiano gli Schettino e i Fiorito”

Pubblicato il 4 Novembre 2012 - 13:52 OLTRE 6 MESI FA
Paolo Villaggio (LaPresse)

ROMA – Quella di Mitt Romney sull’Italia non era un’accusa ma un “complimento”. E’ l’ennesima provocazione lanciata, sul Fatto Quotidiano, da Paolo Villaggio che proprio dalle dichiarazioni del repubblicano sull’assistenzialismo italiano muove la sua critica.

All’indomani di Sandy per criticare le riforme sociali di Obama Romney  aveva detto, non senza suscitare qualche malumore dalle nostre parti, “finiremo come l’Italia”. E Villaggio interpreta:

“In fondo c’ha fatto un complimento, in realtà ha detto: “Vedete che la politica assistenziale di un grande paese come l’Italia da quarta potenza economica del pianeta è diventata il terz’ultimo in Europa, ma primo al mondo per corruzione, per furti paradossali, ladri indignati anche se trovati con le mani nel sacco, ma soprattutto con una malavita spietata che controlla la politica della nostra magnifica Penisola”.

Quindi il comico rincara la dose:

“Qui siam fieri delle nostre frane, delle nostre spettacolari inondazioni, dove i terremotati del Belice vivono da 40 anni nelle baracche, dove il centro storico dell‘Aquila non c’è più, dove la ‘casta’ politica è favorevole all’irreale finanziamento dei partiti, degli stipendi clamorosi ai parlamentari, delle auto blu, di scorte inutili. Noi siamo il Paese eletto da Dio, il suo rappresentante in terra, il Papa, vive a Roma e fino a pochi anni fa era tassativamente italiano, fino a Papa Luciani che, forse perché un innovatore delle immobilità della Chiesa, era stato punito da Dio solo dopo un mese di regno. Noi siamo fieri di essere un Paese di Santi come la famiglia Borgia, di navigatori come Schettino, ma soprattutto di eroi che si sono distinti nella battaglia di Adua, a Caporetto, a Guadalajara in Spagna, nella stupida seconda guerra mondiale, dove abbiamo dichiarato guerra all’Inghilterra, alla Francia, agli Stati Uniti d’America, alla Russia, alla Grecia, all’Albania e alla Jugoslavia. Dove abbiamo pugnalato alla schiena i francesi poi anche la Germania dei nostri alleati Tedeschi e gran finale ci siamo schierati con la perfida Albione e con tutti gli Alleati”.