Par condicio: conduttori Rai in rivolta. Berlusconi: basta con i pollai

Pubblicato il 10 Febbraio 2010 - 15:41 OLTRE 6 MESI FA

Pier Luigi Bersani

Il premier: «Ma che c’è da preoccuparsi? Non c’è scandalo, sono come pollai». È il pensiero del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sulla decisione della commissione di Vigilanza Rai di chiudere tutti i programmi di approfondimento politiconei 30 giorni che precedono le elezioni regionali.

Il premier ha anche affermato che la par condicio dovrebbe essere abolita perché legge «liberticida e assurda».

I conduttori televisivi, intanto, sono in rivolta contro la decisione di San Macuto sulla par condicio. Giovanni Floris, di Ballarò, parla di «ingordigia della politica», Bruno Vespa definisce «molto grave» l’azzeramento dei programmi informativi prima delle elezioni, Michele Santoro parla di «abuso di potere che non ha alcun fondamento legale».

Bersani. La decisione della commissione di Vigilanza Rai di bloccare le trasmissioni di approfondimento politico dal 28 febbraio al 28 marzo (fino alle elezioni regionali) solleva un mare di polemiche anche negli ambienti politici.

Il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, chiede una immediata inversione di marcia. «La decisione – dice – va rapidamente riconsiderata perché tocca profili di libertà».

«Non c’è incompatibilità alcuna – aggiunge Bersani – tra le trasmissioni di approfondimento giornalistico, che ricadono sotto la responsabilità dei conduttori e il controllo della commissione di Vigilanza, e l’apertura nel palinsesto di finestre elettorali che mettono tutte le forze in parità di condizione».

Giornalisti Rai. Duri soprattutto i commenti di alcuni giornalisti tv che saranno “colpiti” dalla decisione della Commissione. «Siamo davanti all’ingordigia della politica che si mangia l’editore – dice Giovanni Floris, conduttore di Ballarò – l’azienda, i conduttori, i giornalisti e anche gli ospiti. Oltre, naturalmente, ai telespettatori che pagano il canone. Non credo sia il ruolo dei parlamentari quello di disegnare i palinsesti, fare gli inviti per il martedì sera, selezionare gli argomenti da trattare: i parlamentari hanno compiti ben più alti e importanti. Non è d’altronde compito di un giornalista parlare di argomenti stabiliti a prescindere, con interlocutori decisi da altri».

Bruno Vespa, dal canto suo, difende la propria trasmissione: «L’esperienza di quindici anni ci insegna che Porta a porta ha sempre rispettato la par condicio ed è stata guardata al microscopio dentro e fuori le campagne elettorali. Ad altri è stato concesso il diritto di scorreria. Pur con questa premessa trovo molto grave l’azzeramento dei programmi informativi prima delle elezioni e spero che ci possano essere degli spazi di mediazione».

«E’ un abuso di potere – per Michele Santoro di Annozero – che non ha alcun fondamento legale».

Garimberti. Del regolamento votato martedì a San Macuto ha parlato anche il presidente Rai Paolo Garimberti: «La Rai è sempre tenuta al rispetto delle decisioni della commissione parlamentare di Vigilanza. Le novità in materia di comunicazione e informazione politica introdotte dal regolamento approvato dalla commissione presentano aspetti che richiedono un immediato approfondimento. Giovedì il Consiglio di amministrazione discuterà del tema di cui è già stato investito il direttore generale, per valutare l’impatto del regolamento sulla linea editoriale delle trasmissioni e più complessivamente sulla gestione aziendale a vari livelli».