“Parlamentari M5s un gregge”: Francesco Campanella smentisce, malumori restano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Agosto 2013 - 11:10 OLTRE 6 MESI FA
"Parlamentari M5s un gregge": Francesco Campanella smentisce, malumori restano

“Parlamentari M5s un gregge”: Francesco Campanella smentisce, malumori restano

ROMA – “Finché saremo un gregge avremo bisogno di un pastore e anche di cani da guardia”. Francesco Campanella, senatore del Movimento 5 stelle, smentisce di essere l’autore di queste dure parole contro il movimento guidato da Beppe Grillo. A lui le agenzie di stampa hanno attribuito il post apparso su Facebook, ma Campanella ha sottolineato che si tratta di un post scritto da un attivista sul suo profilo, a cui “al limite mi è scappato un mi piace”. Intanto aria di secessione spira nel Movimento 5 stelle, scrive Alessandro Trocino sul Corriere della Sera, tra senatori e deputati M5s che hanno mal digerito l’approvazione del porcellum da parte di Grillo, dopo che la legge elettorale in questione era stata criticata dal movimento.

La smentita di Campanella arriva al telefono, scrive Trocino:

“Quale gregge? Ah, quelle parole sono di un attivista, che le ha postate sul mio profilo. Noi non siamo certo un gregge e io non siluro il M5S. Al limite mi è scappato un mi piace, ma comunque non le ho scritte io e non le condivido”.

I malumori all’interno del Movimento 5 stelle però non si placano, scrive Trocino:

“Ammessa la rettifica di Campanella, che certo non nasconde le sue opinioni critiche, resta la sostanza di un Movimento in cui «il dissenso viene interpretato come lesa maestà». E in cui, per decrittare la metafora del post, c’è «un gregge» di parlamentari, un paio di pastori (Grillo e Casaleggio) e i cani da guardia della comunicazione”.

E così al Senato l’ipotesi di secessione e della nascita di un gruppo autonomo di ex M5s non è da escludere, scrive il Corriere della Sera:

“Tra i senatori più critici, nei giorni scorsi, oltre a Campanella, Elena Fattori, Alessandra Bencini (minacciata d’espulsione), Luis Orellana, Monica Casaletto, Lorenzo Battista, Maria Mussini e Fabrizio Bocchino. Otto nomi, ma tra gli irrequieti «silenziosi» la quota sale. Considerando che fuori dai gruppi ci sono già due espulsi (Adele Gambaro e Marino Mastrangelo) e cinque fuoriusciti (Vincenza Labriola, Alessandro Furnari, Paola De Pin, Fabiola Anitori e Adriano Zaccagnini), non è difficile capire che sono allo studio le manovre per una piccola secessione, con eventuale creazione di un gruppo autonomo, almeno al Senato. Tutto prematuro, naturalmente, fin quando il governo sta in piedi”.

Ad alimentare i malumori interni il dietro front di Grillo sul porcellum:

“Ieri Giuseppe Vacciano ha pubblicato un brano del «Non Statuto» che rivendica il libero confronto. Polemico anche il senatore Francesco Molinari (subito definito «venduto»), secondo il quale «andare alle urne con il Porcellum è una pericolosa contraddizione». E chiude il post (condiviso da Ivan Catalano e Fabrizio Bocchino), con una domanda: «Siamo diventati quelli dello sfascio, del muoia Sansone con tutti i filistei?»”.

Campanella, dal canto suo, chiede un referendum sul porcellum:

“«Amo il Movimento come un figlio, anche se mi fa incazzare. Ma per farlo crescere c’è un solo metodo: quello democratico»”.

Richiesta che trova accordo con le parole di Walter Rizzetto, conclude Trocino:

“«Continuo a pensare che la legge elettorale vada cambiata. Dobbiamo discuterne tra noi. All’assemblea del 2 settembre, dovrà esserci un contradditorio vero, de visu . I problemi non si risolvono con una poesia»”.