Passera, Riccardi tentati da politica. Fornero in cattedra: tecnici dopo Monti

Pubblicato il 11 Dicembre 2012 - 09:42 OLTRE 6 MESI FA
Il Governo Monti al completo

ROMA – I più corteggiati in area Pd sono Fabrizio Barca (Coesione Territoriale) e Mario Catania (Politiche Agricole), mentre Piero Giarda (Rapporti con il Parlamento) sarebbe a disposizione per un ipotetico Monti Bis, così come il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, non disdegna un impegno diretto per continuare il lavoro avviato. Non sono pochi coloro i quali giocano a indovinare il futuro in politica dei tecnici nel dopo Monti. Monica Guerzoni sul Corriere della Sera li passa in rassegna più o meno tutti.

Scrive il Corriere: “Se vincerà Pier Luigi Bersani, i tecnici del governo Monti che avranno un reincarico del nuovo governo di centrosinistra si conteranno (al massimo) sulle dita di una mano“.

Primo della lista Fabrizio Barca, che il segretario Pd ha più volte dimostrato di stimare e apprezzare, tanto che lo avrebbe voluto candidare a sindaco di Roma. Ma il ministro ha più volte declinato l’invito. “Farò il ministro, fino al giorno prima della fine di questo governo” ha detto lunedì ma, osserva Guerzoni, ciò “non esclude un incarico di prestigio in un esecutivo di centrosinistra, né tantomeno in un eventuale Monti bis“. Alle elezioni però ha detto di non volersi candidare.

Poi c’è “l’uomo delle istituzioni“: è così che ama definirsi Piero Giarda, messo da Monti a guida del delicatissimo dicastero che cura i Rapporti con il Parlamento. Se Monti non dovesse candidarsi, tornerà a insegnare Economia alla Cattolica.

Elsa Fornero, per la quale si vociferava anche di un possibile posto nel governo Bersani, ospite di Gad Lerner, ha scongiurato ogni dubbio, convinta che nessuno, neppure Mario Monti, le offrirà un posto in Parlamento come al ministero: per questo tanto vale tornare in cattedra a Torino. Poi riassume così la sua travagliata esperienza di governo: “Due lacrimucce di Fornero sono state ridicolizzate per un anno mentre quelle di Vendola sono un segno di sensibilità virile, per non parlare di quelle di Bersanei…”

Come lei anche il ministro della Giustizia, Paola Severino, appare disinteressata a un futuro in politica: penalista di grido, tornerà alle pratiche legali nel suo studio. E pure il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, non è affatto tentato dall’idea di proseguire in politica, ma anzi è pronto ad andare in pensione.

Corrado Passera, l’uomo che ha acceso la miccia di Berlusconi, offrendogli una scusa per lo strappo del Pdl al Senato, quando non hanno votato la fiducia al suo decreto e di fatto hanno staccato la spina anzitempo al governo dei tecnici. Passera non smentisce le voci in circolo da mesi circa una sua lista. E non fa mistero di voler proseguire su questa strada: “Se ci sarà modo di continuare – dice – non mi tirerò indietro”. Come lui il ministro per le politiche agricole, Mario Catania, che si lascia tentare dall’idea ora che è “preoccupatissimo per l’impennata dello spread e per una campagna elettorale che rischia di vanificare l’enorme sforzo” sin qui compiuto.

Sempre corteggiatissimo è poi Andrea Riccardi, titolare alla Cooperazione e integrazione. Di lui scrive Guerzoni:

è uno dei “cervelli” del movimento “Verso la Terza Repubblica” insieme a Luca Cordero di Montezemolo, ma il fondatore di Sant’Egidio non ha grandissima voglia di correre per un seggio alla Camera o al Senato. L’esperienza di ministro è quella più nelle sue corde e c’è chi lo giudica in grado di tentare il gran salto agli Esteri.

L’attuale ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata:

penserà al da farsi “quando l’esperienza di governo sarà finita”, intanto però il centrodestra parla di lui per la poltrona di sindaco di Bergamo. Una possibilità che Terzi ha smentito con un certo stupore: “È una cosa molto simpatica, ma io non ci ho mai pensato…”. E nessuno, giura, glielo ha chiesto.