Pd al bivio tra Fini e Di Pietro. Rosy Bindi: “Alleanza con Fli”…

Pubblicato il 3 Settembre 2010 - 15:29 OLTRE 6 MESI FA
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Gianfranco Fini

Il Partito democratico al bivio tra Gianfranco Fini e Antonio Di Pietro. Da un lato i “moderati” tirano la giacca di Pier Luigi Bersani verso un’alleanza (in vista di possibili elezioni anticipate) con il presidente della Camera, che da ex fascista sembra essere diventato ora l’unico che sa tenere testa a Silvio Berlusconi e dirgli in faccia cosa pensa di lui. Quasi l’unico, insomma, che dice “qualcosa di sinistra”. Dall’altra parte del guado c’è Antonio Di Pietro, finora alleato anche “scomodo” dei Democratici, che però esclude categoricamente un’alleanza con Fini. Forse perché almeno lui ricorda che Fini, al di là dei dissapori odierni con Berlusconi, è un uomo di destra, ex missino e anche ex alleato storico del Cavaliere nonché cofondatore del Pdl.

Nei giorni scorsi si è molto parlato di questo bivio, di questa duale prospettiva dei Democratici ma oggi la presidente del Pd, Rosy Bindi sbaraglia tutti. ”Se Berlusconi e la Lega dovessero portare il Paese alle terze elezioni in sei anni, allora noi proporremo al Fli un’alleanza per la democrazia – dice la Bindi – Noi staremo con tutti coloro che sono disponibili a salvare questa Costituzione”.

”Dopo le parole di Farefuturo sul killeraggio del berlusconismo – aggiunge – che cosa aspettiamo da domenica se non la rottura definitiva?”. Per Rosy Bindi il nuovo Ulivo proposto da Bersani deve aprirsi alle forze moderate del Paese: ”Noi diciamo che anche l’Udc debba entrare in questa nuova forza, si e’ aperta una possibilita’ di prospettiva e incontro per costruire una alternativa di governo”.

”Sulle elezioni Berlusconi bluffa, ha paura delle elezioni, le minaccia perchè vuole gli ‘accordicchi’ nella sua maggioranza. Il presidente del Consiglio sa che non vincerebbe. Bene che gli vada non avrà mai una maggioranza al Senato e, comunque vada, vinceremo noi perché abbiamo tutte le carte in regola per vincere”.

Posizione chiara, fin troppo, e che apre veramente la possibilità che i Democratici decidano di allearsi con l’alleato che mai si sarebbe pensato. Tanto che poco dopo arriva la conferma del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani che dice: ”Se volete avere informazioni chiare fate riferimento a quello che ho scritto e sul quale siamo tutti d’accordo. Noi lavoriamo ad un Nuovo Ulivo per l’alternativa di governo e proponiamo una alleanza per le regole del gioco. In caso di emergenza queste due proposte possono collegarsi. L’alternativa è il Nuovo Ulivo, mentre ci rivolgiamo a tutti quelli che non accettano la deriva plebiscitaria per una riforma delle regole democratiche”. Quello che c’e’ di mezzo, cioe’ l’ipotesi di voto anticipato, ”si vedrà, la situazione è incerta e noi siamo flessibili”.

La Bindi, quindi, ha parlato chiaro, Bersani, di sponda, non ha escluso l’alleanza con Fini ma questa possibilità viene invece totalmente esclusa dal leader dell’Idv, Antonio Di Pietro che lancia l’ennesimo aut aut ai Democratici: o me, o Fini. ”Il Partito democratico deve fare una scelta – dice Di Pietro – stare dalla parte di una sinistra riformista oppure mettersi assieme a questo terzo polo. Costruito fra l’altro con i rimasugli della Prima repubblica. Per noi non esiste nessuna possibilità di fare agglomerati con personaggi in cerca d’autore. Con Udc e finiani non ci possiamo alleare e comunque Fini e Casini non staranno mai con il centrosinistra”.

E’ quanto afferma il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, in un’intervista pubblicata oggi dal settimanale Left. ”Il nome ‘nuovo Ulivo’ mi piace – prosegue – e mi riferisco alla proposta di un’alleanza democratica lanciata da Bersani. Ma dentro ci devono stare i contenuti. Noi dell’Idv vogliamo essere i promotori di un’alleanza riformista, solidale, democratica che si fondi su tre fattori, uniformita’ di programma, unita’ d’intenti sugli obiettivi e una leadership scelta in maniera democratica”.

La questione nel Pd è sempre la stessa, insomma. La divisione è sempre tra chi vorrebbe un partito moderato, una nuova rivisitazione della Dc “allargata”, e chi invece vorrebbe fosse un partito di “sinistra” che possa portare la sinistra al potere, che dica “qualcosa di sinistra” e che, possibilmente, non rimanga all’opposizione per sempre. In mezzo al bivio, stretti tra litigi di partito e proposte non condivise, ci sono gli elettori di centrosinistra, sempre più confusi e indecisi.