Pd Avellino: rissa renziani/bersaniani, servono carabinieri

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Dicembre 2015 - 13:46 OLTRE 6 MESI FA
Pd: assemblea/rissa ad Avellino, servono i carabinieri

Pd: assemblea/rissa ad Avellino, servono i carabinieri

AVELLINO – Sono dovuti intervenire i carabinieri, accolti dagli applausi, per sedare il tutti contro tutti degenerato in rissa all’assemblea del Pd ad Avellino. Occasione contingente dello scontro il tentativo, abortito, di sfiduciare il segretario provinciale avellinese Carmine De Blasio. Si è arrivati allo scontro, anche fisico, tra bersaniani e renziani.

Questo la dice tutta sullo stato del partito a livello locale, Renzi regnante come segretario. Una guerra per correnti che, nonostante il governo della nazione, sta sgretolando consensi a livello locale e sgretolando la base con una emorragia di tessere che fa dire a Pierluigi Bersani come il Pd renziano si squagli in periferia. Più caustico ancora il “vecchio” Ciriaco De Mita che qui ad Avellino ha ancora un certo peso politico: “Il Pd è un’associazione di dilettanti senza pensiero. Mi chiedo cosa sia il Pd. Non vedo strategia, motivazione, pensiero. È proprio un’associazione di dilettanti”. Giorgio Ponziano di Italia Oggi racconta il caos interno a partire dall’evanescenza dei vertici di Roma.

Coi militari in sala si è continuato con le sole ingiurie verbali tra chi voleva sfiduciare il segretario renziano Carmine De Blasio e chi invece inneggiava a lui. Nemmeno i due deputati dem locali, il bersaniano Luigi Famiglietti e la renziana Valentina Paris, sono riusciti a mediare. Quest’ultima, tra l’altro, è anche la responsabile Enti locali del Pd nazionale, cioè colei che dovrebbe prevenire e gestire le situazioni intricate come questa di Avellino.

Invece niente, lei non si è mossa anche se le avvisaglie erano chiare, e neppure il cerchio magico renziano s’è scomodato. Renzi è stato troppo impegnato nelle comparsate televisive per difendere il suo ministro Maria Elena Boschi, e nessun altro se l’è sentita di affrontare la questione. Così si è arrivati a invocare i carabinieri, accolti da applausi all’arrivo in sala. Coi bersaniani che commentavano: ecco lo stato di un partito che ha un segretario che non fa il segretario. La faccenda è delicata anche perché ci sono le elezioni alle porte e in questa situazione vi è il rischio di un bagno di sangue. (Giorgio Ponziano, Italia Oggi).