Pd, cercasi segretario a ore…

Pubblicato il 10 Maggio 2013 - 12:31 OLTRE 6 MESI FA
Pd, cercasi segretario a ore...

Pd, cercasi segretario a ore…

ROMA – Pd, cercasi segretario a ore…Domani all’Assemblea può succedere di tutto, perfino che finisca in rissa. E’ il “giovane ribelle” Pippo Civati ad evocare sull’onnipresente twitter lo scenario più cruento. Caccia al segretario, dunque, ma che tipo di segretario? Sui quotidiani è un fiorire di definizioni: segretario condiviso è la più gettonata, poi reggente, di garanzia, transitorio, federatore, saggio…Un segretario a ore, verosimilmente, metterà tutti d’accordo, fino alla prossima guerra.

A ore, perché il tempo a disposizione è terminato, c’è un governo in carica, c’è da rispondere a una base delusa e sconcertata e soprattutto domani 750 membri dell’Assemblea con diritto di voto dovranno assumersi il compito di decidere, in vista del Congresso fissato a ottobre.

A ore perché trattasi di segretario con la data di scadenza incorporata: anche per questo quello che al momento riceve più consensi è il giovane capogruppo alla Camera Roberto Speranza. Bersani prenderebbe il suo posto alla camera, Renzi non è contrario, il fatto che sia giovane, poco compromesso con l’apparato, pronto a restituire lo scettro senza problemi, gli concede le maggiori chance. Non come Finocchiaro, a prescindere dall’Ikea.

A ore come una colf. Perché, con tutto il rispetto, quale aspirante leader o personalità dal curriculum specchiato e prestigioso, se la sentirebbe di essere trattato come un domestico, come un famiglio a servizio che abbia fra l’altro già sottoscritto  le sue dimissioni in bianco? E infatti, personalità non divisive ma di peso, esperte ma non ottuagenarie, non mancano. Ma chi glielo dice a Chiamparino di dimettersi dalla presidenza di Intesa Sanpaolo, a Fassino di rinunciare a Torino, a Vannino Chiti di lasciare la regione Toscana?

Domani può anche avvenire l’inatteso, il terremoto generazionale, ma intanto quelli che sono chiamati i “facilitatori” (Sereni, Zanda, Speranza, Amendola e Sassoli) potrebbero percorrere la via del rinnovamento affidando il partito a un nome nuovo, giovane. Il “mejo figo del bigoncio” sarebbe Nicola Zingaretti, un vincente, ma è stato appena eletto presidente del Lazio e non può. Gianni Cuperlo è troppo dalemiano.

E’ per questo che Speranza, che ha dato buona prova di sé in Basilicata, sembra favorito. Da registrare il ritorno di D’Alema: nega frizioni o addirittura vendette contro Bersani, ma non rinuncia alla battuta che trafigge: “L’unica vittoria di Renzi è che io non sono più in Parlamento”. Ma Renzi è già da un’altra parte, guarda a ottobre e scrive libri. Titolo: “Oltre la rottamazione”.