La rivolta degli anti-Renzi: 14 senatori si autosospendono dal Pd

di redazione Blitz
Pubblicato il 12 Giugno 2014 - 11:58 OLTRE 6 MESI FA
Pd, contro la cacciata di Corradino Mineo 13 senatori si autosospendono

Pd, contro la cacciata di Corradino Mineo 13 senatori si autosospendono

ROMA – Lo spunto è Corradino Mineo tolto dalla Commissione Affari costituzionali dal suo stesso partito, l’effetto è una rivolta degli anti-Renzi del Pd: 14 senatori democratici si sono autosospesi in attesa di chiarimenti.

I tredici senatori si sono autosospesi dal gruppo parlamentare “in seguito a quanto avvenuto sulle Riforme e sull’allontanamento di Corradino Mineo dalla commissione”, dice il democratico Paolo Corsini che chiarisce:

Quanto avvenuto nel gruppo del Pd in occasione del dibattito sulle Riforme è stata “un’epurazione delle idee non ortodosse” ed è una “palese violazione della nostra Carta fondamentale. Chiediamo dunque alla presidenza gruppo Parlamentare un chiarimento”.

I 14 sono: Felice Casson, Vannino Chiti, Paolo Corsini, Erica D’Adda, Nerina Dirindin, Maria Grazia Gatti, Sergio Lo Giudice, Claudio Micheloni, Corradino Mineo, Massimo Mucchetti, Lucrezia Ricchiuti, Walter Tocci, Renato Turano, Francesco Giacobbe.

Cosa è successo? La commissione Affari costituzionali del Senato è il posto strategico, la “stanza dei bottoni”, dalla quale passeranno le Riforme di Matteo Renzi. Quella per l’abolizione del Senato, in primis. Ovvero il punto nodale del programma renziano che però sconta un limite: non è sostenuto in modo compatto dalla maggioranza, nemmeno dallo stesso Pd. E qui sono iniziate le grane: due giorni fa dalla stessa Commissione è stato tolto Mario Mauro del gruppo Per l’Italia.

Lui non l’ha presa benissimo e in una conferenza stampa ha additato quello che secondo lui è il responsabile, neanche troppo occulto, della sua cacciata: Matteo Renzi. Stessa sorte, complice il viaggio del premier in Cina, è toccata al Pd Mineo, senatore non proprio vicino alla linea renziana, critico su più punti. L’ufficio di presidenza del gruppo Pd ne ha deciso a maggioranza l’allontanamento dalla Commissione Affari costituzionali. La conseguenza è lo sfaldamento del gruppo Pd, con i 13 senatori autosospesi: la prima “grana” interna che Renzi dovrà affrontare di ritorno dal viaggio in Oriente. Solo poche ore prima da Pechino diceva: “Sulle riforme non accetteremo veti”.

Per capire meglio la posizione di Renzi sulla questione, anche se è di facile intuizione, basta scorrere le dichiarazioni delle persone a lui più vicine. Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio:

“Ci aspettavamo 20 persone, sono solo 13. Mineo ha tradito l’accordo con il gruppo. Siamo un partito Democratico, non anarchico”.

Il ministro Maria Elena Boschi:

“Il processo delle riforme va avanti, non si può fermare per dieci senatori”.