Pd, convention dei ‘rottamatori’: “Vogliamo spazio e ce lo prenderemo”

Pubblicato il 7 Novembre 2010 - 20:27 OLTRE 6 MESI FA

Matteo Renzi

I posti nel Partito democratico, come nella societa’ civile, non hanno nessuna intenzione di chiederli, perche’ lo spazio vogliono prenderselo ”da soli”. E’ il popolo dei ‘rottamatori’, quelli che per tre giorni si sono riuniti alla Stazione Leopolda di Firenze chiamati a raccolta dal sindaco della citta’ Matteo Renzi e dal consigliere regionale lombardo Pippo Civati. Loro, dicono, hanno rispetto di quel ”solco” di cui parla Pier Luigi Bersani, che alla fine ha preferito non venire a Firenze, ”ma il solco – ha detto Renzi – puo’ diventare fossa: al passato dobbiamo dire grazie al futuro dobbiamo dire si”’. E loro pretendono. Quale sara’ il loro futuro, pero’, Renzi e Civati, non lo chiariscono fino in fondo: assicurano che non vogliono fare i leader del partito, e il primo ribadisce ancora una volta di voler ”continuare a fare il sindaco di Firenze”, oltretutto ”la parola leader porta una ‘sfiga’ bestiale”.

In realta’ dal palco parlano da leader. Danno giudizi sul centrodestra (”negli Usa la destra ha un giovane ispanico che cerca di cambiare il partito, in Italia ha Ruby”; su Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini (uno che proprio non vogliono come alleato); liquidano con poche parole le novita’ che arrivano in diretta da Fli, ”il solito giochino per addetti ai lavori, un rito da prima Repubblica” dice Renzi che, poi, non nega di sperare in un ribaltone che porti alle elezioni. Parlano di Obama e di Lula ma soprattutto si rivolgono al partito, a quel Pd nel quale vogliono stare, e per il quale non si sentono ”un pericolo” perche’ ”noi abbiamo unito e non diviso”. Il giorno dopo i fischi, venuti dall’assemblea dei circoli a Roma, Civati e Renzi continuano a buttare acqua sul fuoco, vogliono portare a Bersani ”la positivita’ del patrimonio di questi giorni”.

”A lui – dice Renzi parlando del segretario – che ci invita ad amare la ‘ditta’, rispondo che noi l’amiamo, anche se la parola non mi piace, ma che non vogliamo vederla fallire”. Un messaggio chiaro per Bersani, invitato a Firenze anche negli ultimi giorni dal vicepresidente Ivan Scalfarotto, dal sindaco di Bari Michele Emiliano, dall’eurodeputata Debora Serracchiani, tutti presenti alla Leopolda, e anche per il gruppo dirigente di un partito al quale chiedono di riconquistare ”la dignita’, la bellezza che salvera’ il mondo”. Loro vogliono condividere un sogno concreto che rilanciano da Firenze, ”laboratorio della curiosita”’, per opporre ”il coraggio alla paura”.

Per rassicurare ancora chi li guarda con un certo timore, ribadiscono che da ‘Prossima Fermata: Italia’ non esce ”un leader ma un popolo”, quel popolo che secondo gli organizzatori ha portato oltre 6.800 persone a registrarsi nei tre giorni alla Leopolda; che sul web, dice Renzi ha avuto 30 mila contatti tra Facebook e diretta streaming. Contatti che Civati spiega saranno utilizzati per un’Assemblea costituente, ”la prima assemblea partecipata dal web e dai territori, nelle citta’, dove ci saranno le future stazioni di Prossima Italia”. Certo, anche nel popolo dei ‘Rottamatori’ non tutto puo’ essere liscio: le tante proposte venute, dalla riduzione dei parlamentari alle unioni civili, dalla banda larga ai diritti, dalle proposte sull’ambiente a quelle sul fisco, sono diverse e forse gli stessi Renzi e Civati hanno visioni non sempre uguali. Ma al Pd chiedono in coro ”primarie, sempre”, anche per la scelta dei ”parlamentari, e non un casting come e’ stato fatto nel 2008”. E da quelle usciranno i prossimi leader.