La Coop diserta la festa de l’Unità: rottura col Pd, a rischio soldi e voti

Pubblicato il 19 Agosto 2010 - 18:47 OLTRE 6 MESI FA

Le Coop rosse disertano, per la prima volta, i dibattiti della festa de l’Unità di Bologna. Il motivo, ufficialmente, è legato al momento politico ed economico particolarmente “confuso”. Ma non è escluso che ci sia una sorta di “piccolo avvertimento” al Pd che a Bologna sta vivendo un’estate a dir poco movimentata.

I rumors che si sono diffusi negli ultimi giorni fanno risalire la decisione al rapporto difficile tra la potentissima galassia che ruota attorno a Legacoop e il Partito democratico guidato da Raffaele Donini, un rapporto notevolmente peggiorato dalla videogaffe del segretario al corteo della strage della stazione di Bologna. In quel video Donini riferiva al segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani di un colloquio avuto con il presidente di Unipol, Pierluigi Stefanini nel quale il cooperatore avanzava dubbi sulla candidatura di Maurizio Cevenini.

Il programma della Festa non è ancora pubblico ma a confermare che i cooperatori non ci saranno è il direttore di Legacoop Bologna, Ethel Frasinetti. Sorvola sul video di Donini e a chi gli chiede le ragioni di questa scelta spiega: “Abbiamo scelto di non partecipare ai dibattiti – dice – perché quest’anno preferiamo ascoltare i contributi della politica cittadina e nazionale”.

Tutto qua? “Diciamo – spiega ancora al Corriere il dirigente cooperativo – che stiamo vivendo un momento molto particolare sia a livello nazionale che locale. Si tratta di un periodo inedito e in questa fase noi ci limitiamo ad ascoltare all’interno del nostro percorso di autonomia”.

“La decisione – puntualizza Frasinetti – è stata presa nelle ultime settimane mentre si componeva il programma. Non è stata certamente una scelta casuale, ormai di casuale non c’è più neanche il tempo”.

Il due agosto scorso, durante il corteo per la strage alla stazione, c’è stato il colloquio “intercettato” dalle telecamere tra il segretario bolognese, Raffaele Donini, e il leader Pierluigi Bersani. Una discussione “riservata”, ma fatta in luogo pubblico, in cui l’esponente locale riportava i dubbi di Pierluigi Stefanini (numero uno di Unipol, la “cassaforte” cooperativa) su Maurizio Cevenini, il più popolare tra i possibili candidati a sindaco per il 2011, descrivendo come «datato» Luciano Sita, ex assessore e cooperatore di grande esperienza. Nonostante si sia ritirato dalla corsa, Sita è ancora molto apprezzato nel mondo cooperativo. E può essere che le parole di Donini non siano piaciute.

A questo, hanno fatto seguito 10 giorni di polemiche sulla possibilità di aprire un dialogo con Giorgio Guazzaloca, l’ex sindaco in quota Udc che nel ‘99 strappò la città alla sinistra. Un’ipotesi che ha fatto fibrillare gli alleati come Idv e Sel, fino alla marcia indietro con cui Donini ha certificato “l’innaturalità” di un rapporto con chi chiede di rinnegare gli ultimi anni di amministrazione.

Un “botta e risposta” sui giornali che può aver pesato sulla decisione di Legacoop. L’associazione, ieri, non ha voluto alimentare le polemiche. Ma l’altro ieri il direttore Ethel Frasinetti, al Corriere di Bologna , aveva detto: “Abbiamo scelto di non partecipare perché quest’anno preferiamo ascoltare. Non è una decisione casuale, questo è un momento particolare, a livello nazionale e locale. Il nostro percorso di autonomia ci porterà a dialogare con tutte le forze politiche, ma questo non significa che mancheremo di presentare, in settembre, le nostre idee per la città”.

Al Pd si cerca di sdrammatizzare: “Se qualcuno resta in ascolto, significa che pensa che tu abbia qualcosa da dire, è un segnale di attenzione – osserva Luca Rizzo Nervo, coordinatore della segreteria di via Rivani -. Non pensiamo certo che l’interlocuzione con Legacoop si esaurisca in un dibattito alla Festa”. Si fa poi notare come sul palco si alternino forze che non possono certo essere accusate di collateralismo con la sinistra: al dibattito “disertato” da Gianpiero Calzolari, numero uno della Legacoop, non mancheranno invece Maurizio Marchesini (Unindustria), e Loretta Ghelfi (Cna).

Anche Rita Ghedini, dirigente cooperativa e senatrice Pd, slega la decisione dalle ultime polemiche. “Il dialogo con parti così importanti dello scenario economico non può essere ridotto alla benedizione o alla maledizione di un candidato – osserva -. Le coop hanno una base associativa diffusa che le rende un importante termometro sociale che sente di essere in un momento di turbolenza politica”. Solo un rinvio, insomma: “Sono sicura – chiude – che le coop interverranno quando avranno più chiara la direzione da intraprendere per la città”.