Pd, Epifani: “Congresso entro il 2013. Noi leali al governo ma non zitti”

Pubblicato il 26 Maggio 2013 - 18:31 OLTRE 6 MESI FA
Pd, Epifani: "Congresso entro il 2013. Noi leali al governo ma non zitti"

Guglielmo Epifani (Foto Lapresse)

ROMA – Guglielmo Epifani segretario continua a tracciare il solco tra il necessario sostegno al governo e il ruolo che vede nell’urgenza di far rialzare il partito (piegato da guerre intestine) la principale priorità del suo mandato.

Un solco che vuole scuotere il partito dall’afasia sui temi simbolo dei democrat, da giorni più concentrati sulle beghe interne che sulla ‘ricostruzione’ del partito e della fiducia della sua base.

Un pericolo che Epifani ben conosce e che oggi vuole alleggerire da un altro di quei pesi politici che ‘distraggono’ i vertici di sant’Andrea delle Fratte: la data del Congresso. Dopo voci insistenti di un suo possibile rinvio al 2014  il segretario assicura che comunque vadano le cose il congresso si terrà nel 2013.

Lo fa parlando a In Mezz’Ora su Rai 3 dove lo scatto d’orgoglio di Epifani si registra anche nell’assicurazione di non sentirsi un segretario a metà. ”La mia una condizione di debolezza?”, chiede rivolgendosi a Lucia Annunziata che più volte lo ha incalzato sulla sua situazione di ‘reggente’: ”penso di no. Ci ho pensato a lungo… non è il tempo che conta. Io sono nelle condizioni e ho il tempo, la libertà di fare le cose giuste per risollevare il partito e prepararlo al congresso”.

Un congresso che ”si terrà comunque entro il 2013. Poi”, dice riferendosi ad una sua possibile corsa per la nuova segreteria, ”quel che accadrà dopo lo vedremo dopo”. Intanto, ”finito il primo turno delle elezioni, riuniremo i segretari delle aree metropolitane, poi ci sarà la direzione del 4 giugno e da lì partirà il processo che ci porterà al congresso”.

Ma l’orizzonte del neoleader dem non si limita alla gestione di un partito semi-distrutto dalle tensioni interne e già animato da ambizioni personali in vista del congresso. Guarda anche, e soprattutto, al rapporto che il Pd deve avere con il Governo. Se a pochi giorni dal suo insediamento ebbe a dire che ”il problema non siamo noi ma il centrodestra, che sostiene battaglie non prioritarie e nel quale pesa l’ipoteca pesante dei processi di Berlusconi” mettendo a rischio ”l’azione riformatrice” di Letta, oggi Epifani alza il tiro. Fissando, come sempre, le priorità dell’emergenza economica e sociale, il segretario del Pd manda un messaggio chiaro al premier: siamo leali, ma non servi silenti.

”Se l’Iva aumentasse, ha detto il leader Pd, faremmo sentire le nostre ragioni” perché ”da noi c’è un sostegno leale al governo ma anche attenzione al paese e non si governa contro gli interessi del paese”.

Il ‘derby’ Imu-Iva che scalda gli animi della maggioranza delle larghe intese, viene però raffreddato dall’apertura che Epifani fa sia in tema di semipresidenzialismo (”un’ipotesi che prendiamo in considerazione”) sia di ineleggibilità di Berlusconi. ‘‘La fonte normativa risale al ’57 e riguarda i rappresentanti legali di aziende che hanno concessioni pubbliche. E Berlusconi non è il rappresentante legale”, spiega.

”E se poi davvero fosse dichiarato ineleggibile?”, chiede Epifani puntualizzando che comunque ”gli avversari politici si battono politicamente”. ”Sicuri che sarebbe sterilizzato dal punto di vista politico?” O – osserva – non si aprirebbe piuttosto per lui una nuova fase, ”in ‘stile Grillo’?”. Ma per non abdicare totalmente da uno dei temi cari alla sinistra, Epifani torna sul Cavaliere per sottolineare l’esigenza, semmai, di avere ”una straordinaria, forte e moderna legge sul conflitto d’interessi, che valga da oggi per i prossimi trent’anni”.