Il Pd inagibile, e i “compagni” che sbagliano ne fanno carne di porco

di Lucio Fero
Pubblicato il 9 Settembre 2010 - 14:51 OLTRE 6 MESI FA

Le contestazioni a Bonanni alla festa pd

Della Festa del Pd chi vuole fa carne di porco. I “bhuu” a Franco Marini, che poi sarebbe uno del Pd. I fischi, le urla e le vesti stracciate a tacitare, non a disapprovare, Renato Schifani. I candelotti fumogeni e l’assalto al palco contro Raffaele Bonanni, in una imitazione coatta (sia nel senso di obbligo pavloviano, sia nel significato di scadimento volgare del “prodotto”) di quello che fu l’assalto al palco di Luciano Lama. Della Festa e dell’immagine del Pd si fa agevolmente carne di porco perchè il Pd è un partito “inagibile”. Il partito e non solo la sua Festa di Torino. Inagibile perché un partito, direbbe Umberto Bossi, “senza palle”. E stavolta la definizione sarebbe più calzante che offensiva. Senza palle non perché il Pd non abbia un servizio d’ordine, lo avesse non sarebbe una bestemmia, non averlo non è una colpa. Senza palle perché il Pd non ha, è questo è molto peggio, un’anima condivisa, che poi in politica sarebbe quella che si chiama “linea”.

I “bhuu” a Marini la platea del Pd non li ha condivisi, ma li coltiva nel suo profondo. Stanno lì a covare da sempre e mai riescono ad essere estirpati. Sono i “bhuu” al democristiano e per immediata traslazione al “centrista”. Eppure, sia nella versione veltroniana di “assorbire”, interpretare ed emancipare i “cuori e le menti” degli elettori “centristi”, sia in quella d’alemiana dell’allearsi con un partito “centrista”, il Pd senza i “centristi” conta e serve nell’Italia contemporanea come il due di coppe a briscola quando regna bastoni. Però il “centrismo” la “gente” del Pd, se non lo odia, gli fa schifo. Quindi fa e soprattutto lascia fare “bhuu” ad una delle condizioni della sua esistenza, ad una delle ragioni politiche per esistere.

A zittire Schifani in casa del Pd non sono stati quelli del Pd. Sono stati quelli di Grillo, del “popolo viola” e quelli dell’Idv che forse non c’erano ma è come se ci fossero stati, parole e rivendicazione orgogliosa di Di Pietro. Che senso ha quello “zittire”, da dove proviene, dove affonda le radici? Nella violenza, nello squadrismo, nella intolleranza? No, la radice, la culla e la madre sempre gravida di quello zittire è nel sognare e agognare la “soluzione giudiziaria” del berlusconismo. Sono anni che il Pd e prima i Ds e il Pds di testa escludono, sconsigliano, bocciano come impraticabile, non funzionante e sbagliata la “via giudiziaria”, cioè un Tribunale che condanna Berlusconi e tutto il berlusconismo vien giù. La testa, non la pancia. Il “servizio d’ordine” che non c’è e non c’è stato quando si zittiva Schifani è quel “cuore” del Pd, della sua gente che continua a battere al canto di “datemi una sentenza e l’Italia risorgerà più bella che pria”. Di Pietro ci inzuppa il pane ma il Pd mai riesce a svuotargli la tazza, la tazza è il cuore del Pd. E il “popolo viola”: quante carezze e affettuosità sempre riceve da parte della gente del Pd…E quelli di Grillo: anche se presentano liste alternative che fanno vincere le elezioni alla Lega, “sbagliano” sì, ma sempre vanno “compresi”. Compresi fino al punto che un’editoriale di “Repubblica”, di quelli che al Pd si bevono, ha celebrato la “vittoria delle piazze” come causa ultima e prima, esclusiva e vera dell’insabbiamento forse momentaneo del processo breve, insomma Bocchino confuso e scambiato con la “rivolta della pubblica opinione”.

A cacciare col botto il segretario della Cisl Bonanni a casa Pd non sono stati quelli del Pd e neanche i grillini o i “viola” o i dipetristi. Sono stati i No-Tav, i Centri sociali, la minoritarissima sinistra estrema. Ma perchè il segretario della Cisl va cacciato? Perchè sta rinascendo il terrorismo? Balle. Va “cacciato” perchè “sta con i padroni”, con la Fiat e Marchionne. Pensano così quelli del Pd? No, certo che no. Eppure qualche se e qualche ma…Dovendo difendere a denti stretti, da decenni non da mesi, la spesa pubblica, il pubblico impiego, i precari della scuola, i pensionandi di anzianità, la gente del Pd si è dimenticata del salario di chi lavora in fabbrica. Amnesia sociale e politica che impedisce oggi di dire ad esempio ai “padroni”: flessibilità, produttività, utilizzo degli impianti come in Germania e salario come in Germania. Impedisce loro di dire che i precari della scuola, 250mila su 800mila insegnanti, sono un problema sociale, uomini e donne da non abbandonare. Ma che non possono, anzi non devono essere messi in carico alla scuola. Nella scuola italiana si diventa professori per precariato, cioè per supplenze: una selezione di merito alla rovescia. Se si chiede il passaggio a ruolo di tutti i precari, si condanna per dieci/venti anni la scuola italiana a peggiorare. Se sempre e comunque si fa del precario nella scuola un’icona di lotta, quelli poi diventano Cobas. Se si fa più o meno in silenzio il tifo per la Fiom e solo per i No della Fiom, la Fiat fa carne di porco dei suoi dipendenti e molti di quelli che stanno in Fiom votano Lega, già lo fanno.

Non sorprende che i responsabili della Festa Pd abbiano chiesto alle Forze dell’Ordine di presidiare e controllare in maniera “morbida”, salvo poi un po’ pateticamente lamentarsene. Non sorprende non ci fosse lì un servizio d’ordine di partito militante. Sorprende che la gente del Pd che era lì non abbia trovato dentro di sè, immediatamente e naturalmente, le “palle”, cioè i motivi, l’orgoglio, la forza per reagire. Sorprende che quel popolo subisca i grillini, i No-Tav, i Cobas, i dipietristi, i “viola”, i centri sociali. Anzi, non sorprende per niente: il Pd è inagibile soprattutto a se stesso.