Renzi contestato in piazza San Giovanni, Bersani: “Patto con i moderati”

Pubblicato il 5 Novembre 2011 - 15:30 OLTRE 6 MESI FA

Foto Lapresse

ROMA – E’ arrivata da poco la gente in piazza San Giovanni, a Roma, quando si palesa anche Matteo Renzi. Il rottamatore però viene subito contestato, è il fuoriprogramma più atteso di una manifestazione invece piuttosto prevedibile.

”Di’ qualcosa di sinistra”, ”Sei un comunista di destra” e ”Vai ad Arcore!”. E’ quello che gli urla la gente. ”Mi dispiace perché vuol dire non capire che per vincere ci vogliono voti nuovi – ha detto Renzi-. Non si risolve niente cacciando colui che ti è antipatico. Il Pd che si apre è la vera sfida e il Pd è casa mia”. Poi Renzi si è fermato a parlare con Bersani, giusto qualche minuto. Il segretario inizia a parlare e il sindaco, prudentemente, lascia la piazza.

“Noi non cerchiamo ribaltoni se c’è discontinuità e cambiamento noi siamo pronti con le opposizioni a un nuovo governo”. E’ la condizione che Pier Luigi Bersani, una volta salito sul palco, mette per un governo di transizione sostenendo però che il cambiamento potrà avvenire solo con le elezioni. L’appello è evidentemente rivolto a tutta l’opposizione: ”La nostra proposta è un patto di governo tra progressisti e moderati per una legislatura di ricostruzione e per sostenere la riscossa dell’Italia”.

Verso le 15, quando la gente si è radunata in piazza, ci sono stati anche attimi di tensione tra i manifestanti quando alcuni di loro hanno gridato ”vergogna, buffoni, andate via!” ad un gruppo di 30-40 persone che hanno portato in piazza delle bandiere gialle con su scritto ‘Moderati per il centrosinistra’. ”Bersani aveva detto di portare solo bandiere italiane e tricolori – ha commentanto un iscritto del Pd giunto a Roma da Cremona – ma la cosa fastidiosa è che si sono raggruppati in blocco sotto il palco per farsi riprendere dalle telecamere. Oggi non è proprio il caso di distinguerci”.

”Non sapevano neanche chi fosse il segretario del Pd – ha detto un ragazzo che si era avvicinato al gruppetto che chiedergli di abbassare le bandiere – dicono che vengono da Torino e fanno parte di un movimento nato venti giorni fa. Ma la cosa strana è che alcuni di loro avevano dei caschi in mano mentre altri sono stranieri e non capiscono un acca di italiano”.