Un pugno di deputati forse sì, ma “l’Italia non è in vendita”. Così, quando mancano tre giorni al voto del 14 dicembre, il Partito Democratico scende in piazza e raduna i suoi per chiedere che Silvio Berlusconi se ne vada a casa e gli subentri un “governo di responsabilità nazionale”.
Che poi la parola “responsabilità” unisca il Pd e quelli che su Blitzquotidiano sono stati chiamati i Cavalieri della Tripla è un dettaglio. La responsabilità del Pd passa per l’accantonamento del premier, quella di Domenico Scilipoti, Bruno Cesario e Massimo Calearo passa per una “buona offerta” da parte dello stesso premier. Altro dettaglio è che due della tripla, il segno X Calearo e il segno 1 Cesario, vengano proprio dal Pd, è un altro dettaglio.
Oggi, però, è il giorno della Piazza. Due cortei (forse un unico grosso serpentone avrebbe comunicato l’idea “pericolosa” di un partito davvero unito”.
In testa al primo lo striscione “Con l’Italia che vuole cambiare”. E, in fondo, tutti a piazza San Giovanni dove parlerà Pier Luigi Bersani e saranno ospiti l’alleato Antonio Di Pietro e non mancheranno gli auguri dell’alleato “rivale” Nichi Vendola.
Le stime dei democratici sono quelle di un grande successo di piazza e Repubblica scrive di due milioni di persone attese dai più ottimisti. Ci saranno anche gli effetti speciali per strada. Cose come la neve finta. Merito dei lavoratori del cinema, del teatro e della cultura che si sono organizzati nel corteo.
Non mancherà ovviamente il Popolo Viola cui, sempre Repubblica, mette in bocca un rimprovero: “Magari questa mobilitazione fosse stata fatta prima, forse non saremmo al punto in cui siamo…”. Se non ci fossero qualche decina di distinguo, in fondo, non sarebbe il Pd.
E il gruppo dirigente è già pronto a cantar vittoria: la manifestazione è un successo. Di più: una conferma proprio per i dirigenti del partito. D’Alema: “Una grande manifestazione popolare che dimostra che il gruppo dirigente non è isolato”.
Franceschini: “Questa gente martedì spera che cominci la primavera con qualche mese di anticipo”. Veltroni: “In un passaggio molto difficile, pessimo, drammatico della vita nazionale, questo è un messaggio di speranza”.