Pd e Mps al centro del mirino. Attacchi da destra e da sinistra

Pubblicato il 24 Gennaio 2013 - 20:51| Aggiornato il 6 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Mps crolla in Borsa, rischia la terza banca d’Italia e rischia praticamente l’intera città di Siena. E tutti si scagliano contro il Pd. Per una volta sono d’accordo Pdl e Beppe Grillo, Lega e Idv. Pd e Mps sono stati, del resto, legati per decenni. Prima Pc, poi Ds: Siena, come la Toscana, rossa da sempre. E con la politica ben radicata nella banca, attraverso la Fondazione e i suoi membri scelti direttamente da sindaco e provincia.

Così dopo gli attacchi alla Banca d’Italia e al governo Monti, ora tocca al Pd. Le accuse non sono più, o non solo, per i quasi 4 miliardi di Monti-bond che sarebbero stati, secondo alcuni, comprati con gli introiti dell’Imu. Ora al centro del mirino è la gestione politica di Rocca Salimbeni.

Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, bolla i colleghi democratici come “marziani”: “La vicenda Monte Paschi di Siena è gravissima e scandalosa. Quattro miliardi sono stati dati a questa banca prendendoli dalle tasche dei cittadini anche attraverso l’Imu”, è la sua tesi. “Il Monte dei Paschi è vicino al crack, è stato governato di fatto e di diritto della sinistra. Questo è l’esempio di come la sinistra governerebbe il Paese”.

Dalla Lega Roberto Maroni attacca:  ”I cittadini italiani devono sapere perché Monti ha messo l’Imu, 4 miliardi di gettito, per finanziare Mps e cercare di salvare la banca del Pd: è uno scandalo, è una vergogna”.

Ma non mancano le accuse al Pd dalla stessa sinistra e da coloro che non si riconoscono negli schieramenti principali. Attaccano Paolo Ferrero e Antonio Di Pietro, Antonio Ingroia e Beppe Grillo. Proprio il “portavoce” del Movimento 5 Stelle è il più duro con il Pd: “I colpevoli sono Mussari, che non sa nemmeno fare un bonifico in banca, e la Fondazione che ha smembrato una banca e al suo interno c’erano i Ds e il Pd da vent’anni”. E chiosa: “E’ il più grande crac finanziario d’Italia, peggiore di quello di Parmalat”.

Per Oscar Giannino, candidato premier di Fermare il declino, la vicenda Mps dimostra che la politica deve stare fuori dalle banche e dalle imprese. Ci pensi bene chi a sinistra afferma di non averne nulla a che vedere, quando ripropone con la Cgil massicce rinazionalizzazioni”.

Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema tentano labili repliche: “Il Pd fa il Pd, le banche fanno le banche”, semplifica il segretario. “Il Pd non è il sindaco di Siena”, aggiunge D’Alema. Ma il tiro al bersaglio è iniziato.