Pd, Renzi gli cambia nome: “I Democratici”. Marco Damilano, l’Espresso

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Maggio 2015 - 16:54| Aggiornato il 12 Maggio 2015 OLTRE 6 MESI FA
Pd, Renzi gli cambia nome: "I Democratici". Marco Damilano, l'Espresso

Pd, Renzi gli cambia nome: “I Democratici”. Marco Damilano, l’Espresso

ROMA – Matteo Renzi vuole cambiare nome al Pd, che da Partito democratico diventerebbe I Democratici. Rottamando la parola partito. E quindi anche la struttura complessa e articolata che il partito che fu Pci, Pds e Ds si trascina. Accanto a Renzi rimarrebbero solo due persone di sua strettissima fiducia: il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti. Lo scrive uno di solito bene informato sulle mosse del presidente del Consiglio come Marco Damilano del settimanale l’Espresso, che ha scritto l’articolo-copertina del numero di venerdì 8 maggio:

Fatto l’Italicum bisogna fare il partito degli Italici. Per questo, quando arriveranno le elezioni politiche con la nuova legge elettorale, Matteo Renzi potrebbe cambiare nome al Pd. Da Partito democratico a I Democratici, il nome del nuovo partito della Nazione”. Con la leadership di Renzi e degli unici due personaggi titolati a intervenire in nome suo. La madrina della riforma elettorale, il ministro Maria Elena Boschi. E il sottosegretario Luca Lotti. Sono gli unici due ammessi nell’Appartamento, come viene chiamato in codice il perimetro blindato di Palazzo Chigi in cui vive e lavora il premier, in cui si organizzano accelerazioni, colpi di mano, manovre di accerchiamento. La Corte con al vertice il Principe di Rignano sull’Arno vede ai lati monna Boschi da Laterina e messer Lotti da Montelupo fiorentino, lei alla sinistra, lui alla destra.

Boschi e Lotti sono diversi come il giorno dalla notte. Solare, radiosa lei, donna di cuori e di copertine, la front woman mediatica del renzismo, ben più di un semplice ministro, il volto esterno del governo, l’unica ad avere voce in capitolo sulle scelte del premier. Misterioso lui, presenza inevitabile ma invisibile. «Lui è spietato, sembra D’Alema, lei è morbida, ricorda Veltroni», dicono nel Pd. Seduttiva Maria Elena, ruvido Luca: i due volti del Capo.

Complementari, dunque, ma anche in sottile competizione, mai venuta finora allo scoperto. Eppure si può rintracciare: nei ministeri, nel governo, nei gruppi parlamentari, nel partito. Una mappa di consiglieri parlamentari, giovani deputati che si riuniscono nei ristoranti attorno a Palazzo Chigi. Ed è destinata a crescere poiché, se oggi tutti sono diventati renziani, toccherà distinguersi in futuro tra boschiani e lottiani. Nel nuovo partito dei Democratici.