Mozione di sfiducia ad Alfano, il Senato vota. Il Pd non segue i renziani: dirà no

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Luglio 2013 - 16:00| Aggiornato il 19 Luglio 2013 OLTRE 6 MESI FA
Il Pd non segue i renziani: voterà no alla sfiducia ad Angelino Alfano

Il Pd non segue i renziani: voterà no alla sfiducia ad Angelino Alfano

ROMA – Mozione di sfiducia contro il ministro dell’Interno Angelino Alfano: è il giorno della discussione in Senato e della votazione. Dopo gli interventi dei partiti che hanno presentato la mozione, Movimento 5 Stelle e Sel, e dopo le dichiarazioni di voto delle altre formazioni politiche, i senatori voteranno sì o no alla sfiducia.

Alla fine il gruppo del Pd al Senato ha scelto di non seguire la linea dei renziani. Il gruppo ha approvato la proposta di votare “no” in Aula alla mozione di sfiducia contro il ministro Alfano.

I voti a favore sono stati 80, sette gli astenuti e nessun contrario. Secondo quanto si apprende tra gli astenuti ci sarebbero, tra gli altri, Felice Casson e il renziano Andrea Marcucci. Ma soprattutto, anche i renziani stessi si dividono sul voto: sono 13 al Senato e parte di loro sono tra gli astenuti. Secondo l’Ansa sarebbero Andrea Marcucci, Isabella De Monte e Vincenzo Cuomo.

La linea che ha prevalso è quella del segretario Pd Epifani, ribadita dal capogruppo al senato Luigi Zanda. Il governo deve andare avanti, appoggio a Letta e quindi al suo vice Alfano. Il Pd in questo è confortato anche dalla recente sortita del presidente Napolitano che giovedì mattina, nell’incontro con i giornalisti, ha ribadito il suo sigillo sul governo Letta e quindi, anche su Alfano.

Nel gruppo del Pd, “c’è stata una discussione seria” e al termine “il gruppo praticamente all’unanimità ha condiviso l’idea che il governo deve andare avanti”, ha chiosato Guglielmo Epifani.

Di tutt’altro tenore il commento di Pippo Civati: “Finalmente è arrivata la prima riforma del governo Letta: il presidenzialismo. Dobbiamo riconoscere di avere oltre ad un presidente del consiglio legittimamente votato dal Parlamento, un Presidente della Repubblica che interviene nelle scelte quotidiane e settimanali ormai di questo esecutivo”. Il riferimento è appunto alle parole di Napolitano che, a detta di Civati, hanno orientato la scelta del gruppo Pd al Senato nella direzione della “non sfiducia” ad Alfano.