Rosy Bindi: “Il nostro candidato premier è Bersani, non mi lascio strumentalizzare”

Pubblicato il 18 Febbraio 2011 - 15:46 OLTRE 6 MESI FA

Rosy Bindi

ROMA –  Rosy Bindi candidato premier? Mette a tacere voci e proposte la diretta interessata: ”Sono presidente dell’Assemblea di un partito che ha una regola che condivido molto e vorrei fosse rispettata da tutti: il candidato a Palazzo Chigi del Pd è il segretario del partito”.

La presidente del Pd ha chiuso così il discorso su una sua eventuale candidatura alla Presidenza del Consiglio auspicata da Nichi Vendola nei giorni scorsi. ”Si dà il caso che Bersani abbia anche tutte le qualita’ per guidare questo Paese nell’oltre Berlusconi”, ha aggiunto Bindi.

Per lei i democratici ”devono cominciare a pensare a una leader donna”. Le questioni poste dalla manifestazione ‘Se non ora quando?’ ”interpellano anche noi”, ha detto Bindi nella parte conclusiva del suo intervento davanti alla platea delle democratiche.

”E’ ora che inizi a cadere anche in Italia il tabu’ di una donna candidata alla presidenza del Consiglio o della Repubblica. Bisogna creare le condizioni per una spallata perché questo avvenga. Nella vicenda che mi ha toccato mi hanno molto colpito i ‘magari’ che ho sentito dire. Vorrei che lavorassimo perché la parola sia ‘finalmente”’. Prima aveva declinato l’invito a una sua candidatura ricordando la regola statutaria per cui il candidato premier del Pd è il suo segretario: ”Mi sono permessa di ricordarlo anche nei mesi scorsi, quando molti erano alla ricerca di un papa straniero. Quella è una regola che rende il partito più forte”.

Poi si rivolge a Nichi Vendola. “Bisogna evitare di strumentalizzare le persone, soprattutto le donne e soprattutto una donna la quale vorrebbe ripetere che non si lascia strumentalizzare”. Mentre la platea la acclama (‘Rosy, Rosy’), al leader di Sel non risparmia una bacchettata. ”Ringrazio Vendola che ha capito che bisogna fare una grande coalizione e che deve fare un passo indietro perché ciò avvenga”, sottolinea ricordando il progetto del Pd di ”un’alleanza democratica, costituzionale”.

”Il candidato sarà chi è più capace di tenere unita questa coalizione grande per costruire l’oltre Berlusconi – prosegue – E Vendola ha capito che deve fare un passo indietro, ma quando si fanno passi così importanti bisogna farlo gratuitamente, evitando di trasferire i problemi in casa d’altri”, aggiunge facendo riferimento all’endorsement di Vendola in suo favore. Bindi dice no alle ”strumentalizzazioni” e assicura: ”Il Pd non si lascera’ dividere”. ”Con Pier Luigi – aggiunge, guardando il segretario Bersani seduto al tavolo della presidenza – non abbiamo avuto bisogno di dirci molte parole. Non ci lasceremo dividere”.