Pd, senatori renziani verso voto di sfiducia ad Angelino Alfano: “Ha mentito”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Luglio 2013 - 13:33 OLTRE 6 MESI FA
Pd, senatori renziani verso voto di sfiducia ad Angelino Alfano: "Ha mentito"

Pd, senatori renziani verso voto di sfiducia ad Angelino Alfano: “Ha mentito”

ROMA – Il Pd è in fibrillazione sul caso Shalabayeva: il fronte dei renziani sarebbe pronto a votare la sfiducia al ministro dell’Interno Angelino Alfano, dopo l’intervista del prefetto Giuseppe Procaccini al Corriere della Sera, l’unica testa caduta finora che ha ammesso di aver informato il ministro “senza entrare nei dettagli”. “Alfano ha mentito al Parlamento”, dicono alcuni senatori renziani che sarebbero, perciò, propensi a chiedere al gruppo del Pd di sostenere la mozione di sfiducia. La riunione del gruppo del Pd prevista per le 13, in merito al voto di venerdì, è saltata ma sono in corso contatti tra i senatori.

Intanto una nota, firmata dal vicecapogruppo Pd al Senato, Stefano Lepri, insieme ad altri senatori renziani, si legge:

“La posizione del ministro Alfano è oggettivamente indifendibile. Chiederemo al Pd, nella riunione dei gruppi domani, di sostenere la richiesta di dimissioni del
ministro. Il passo indietro di Alfano serve per restituire al governo, la necessaria credibilità sul piano internazionale e nazionale. La leggerezza che ha portato alla consegna della signora Shalabayeva e di sua figlia alle autorità di un Paese autoritario – dicono i parlamentari – non è ammissibile. Siamo preoccupati per la loro sorte e per l’immagine che abbiamo dato al mondo, ovvero quella di uno Stato dove si possono calpestare i diritti umani, ad insaputa del governo. Inoltre il precedente che ha portato al passo indietro di Josefa Idem rende le dimissioni di Alfano scontate. Il Pd le chieda ufficialmente, senza incomprensibili timori reverenziali”. 

La nota, oltre che di Lepri, porta la firma di  Roberto Cociancich, Andrea Marcucci, Rosa Maria Di Giorgi, Laura Cantini, Stefano Collina, Vincenzo Cuomo, Isabella De Monte, Mauro Del Barba, Nicoletta Favero, Nadia Ginetti, Mario Morgoni e Venera Padua.

Già martedì, in serata, Matteo Renzi e i suoi avevano fatto presente la loro insofferenza e il sindaco di Firenze aveva tirato in ballo il premier Enrico Letta, chiedendogli di prendere posizione in aula sul suo vice. E mercoledì mattina, le polemiche sono continuate: “Se Alfano non smentisce Procaccini secondo cui Alfano sapeva prima e, verbalmente, anche dopo, significa che Alfano ha mentito al Parlamento”, scrive su twitter il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti. Così anche Paolo Gentiloni sempre in un tweet:  “Quindi non è vero che Alfano non sapeva. Dopo le interviste di Procaccini la sua posizione sempre meno sostenibile”.

Ma l’imbarazzo non è solo dei renziani: anche Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria del partito vicino a Massimo D’Alema, ha lanciato un aut aut. “Penso che potrebbe essere un atto di grande sensibilità istituzionale e politica e di grande responsabilità se, a fronte degli eventi di questi giorni, il ministro Alfano rimettesse le sue deleghe nelle mani del Presidente del Consiglio”.

E ancora, quella di Alfano in Aula, secondo Cuperlo “è stata una ricostruzione largamente insoddisfacente. Siamo di fronte ad un fatto gravissimo, di gravità enorme. Parliamo del rispetto dei diritti umani fondamentali e il nostro Paese ha una macchia che l’Europa guarda con grande allarme e preoccupazione. Abbiamo ceduto una quota della nostra sovranità nazionale, di un grande paese democratico dell’Europa, ad un regime autoritario, ad una dittatura che viola sistematicamente i diritti umani – ha aggiunto – si è determinato un vulnus, una ferita e che noi non possiamo ritenere conclusa con le dichiarazioni, rese ieri in Parlamento, dal ministro dell’Interno”, ha concluso Cuperlo.