Pd: Veltroni boccia le “sante alleanze”, ma Franceschini è critico

Pubblicato il 24 Agosto 2010 - 19:26 OLTRE 6 MESI FA

Walter Veltroni

Sulla via delle alleanze, da mettere in piedi per chiudere l’era del berlusconismo, si separano le strade di Walter Veltroni e Dario Franceschini. L’ex leader Pd rilancia lo spirito del Lingotto, ovvero quella vocazione maggioritaria che porto’ il Pd a correre alle politiche in alleanza solo l’Idv. E boccia le ”sante alleanze” contro Berlusconi, proposte quest’estate in varie salse. ”Siamo in piena emergenza, durante la Resistenza i nostri padri non persero tempo a interrogarsi se erano liberali o comunisti”, reagisce il capogruppo alla Camera che nei giorni scorsi, in linea con le posizioni di Pier Luigi Bersani, aveva lanciato l’idea di un’alleanza costituzionale aperta a tutti.

Pur non escludendo un breve governo di transizione per correggere la legge elettorale, Veltroni vede come fumo quanti, anche nel Pd, sarebbero disponibili a ”alleanze con il diavolo” pur di disarcionare Berlusconi. E teme che in molti mirino a ”mettere una pietra al collo al bipolarismo” magari con sistemi elettorali che ”invece di collegi uninominali e primarie per legge” spianino la strada ad ”un nuovo partitismo senza partiti e alla sottrazione ai cittadini del potere di decidere il governo”.

La ricetta per una vera azione riformista, di cui l’Italia ha bisogno, scrive l’ex leader in una lettera al ”suo” paese, e’ ”prima e dopo le elezioni” alleanze ”credibili, fondate sulla reale convergenza programmatica e politica”. Tesi che convincono vari esponenti nel Pd, dal prodiano Mario Barbi che spinge a tornare ”all’Ulivo del ’96’ ai cattolici democratici che chiedono ”alleanze moderne”. E anche nel Pdl i berlusconiani duri e puri, come il ministro Sandro Bondi ed il portavoce Daniele Capezzone, apprezzano chi critica ipotesi di ”ammucchiate cementate solo dall’antiberlusconismo”.

Dai piani alti del Pd, invece, non prendono posizione anche se, esponenti vicino al segretario Bersani, evidenziano come ”Veltroni non spieghi come affrontare il primo passaggio, cioe’ come mandare a casa il governo”. Chi, invece, una proposta l’aveva fatta, come Dario Franceschini, la rilancia, invitando a guardare la situazione di emergenza nell’anno 2010: ”Berlusconi diventa sempre piu’ un pericolo per la nostra democrazia e oggi siamo in piena emergenza. Puo’ essere utile ricordare che i nostri padri, durante la Resistenza non persero tempo a domandarsi a vicenda se erano liberali, comunisti, per la monarchia o per la Repubblica, per la legge proporzionale o maggioritaria, ma decisero di iniziare a discuterne dopo la liberazione”.