Pd, Zanda sgrida via mail i suoi senatori: “Basta con assenze e ritardi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Aprile 2015 - 20:00 OLTRE 6 MESI FA
Pd, Zanda sgrida via mail i suoi senatori: "Basta con assenze e ritardi"

Pd, Zanda sgrida via mail i suoi senatori: “Basta con assenze e ritardi” (foto Lapresse)

ROMA – Il presidente dei senatori Pd Luigi Zanda sgrida i suoi senatori via mai e li invita a smetterla con assenze e ritardi. Zanda, nella email, ricorda che  i numeri a Palazzo Madama sono quello che sono e se si continua con le assenze e i ritardi in Aula e in commissione si mette davvero a rischio il prosieguo della legislatura. A spingere Zanda a lanciare l’appello sarebbero state non solo le assenze di giovedì 9 aprile in Aula dove, dopo il voto sulle mozioni contro la chiusura degli uffici postali, è mancato per due volte di seguito il numero legale, ma soprattutto il rischio che si è corso mercoledì sera per l’approvazione del decreto antiterrorismo.

Nella riunione congiunta delle commissioni Difesa, Esteri e Giustizia che doveva votare in notturna il testo che scade il 20 aprile, alla fine, a garantire il numero legale sarebbero stati essenzialmente il presidente della commissione Giustizia Francesco Nitto Palma (FI) e il leghista Sergio Divina. Tra i mancanti all’appello, infatti, anche il presidente della commissione Difesa, Nicola Latorre (sembra impegnato in una cena all’ambasciata russa) la cui assenza ha consentito che la presidenza della Congiunta venisse affidata al presidente più “anziano”, cioè Palma.

Ma il vero problema, si spiega in ambienti della maggioranza, è che a giorni approda al Senato il Def e con i numeri “non si può più scherzare”. Zanda non può e non vuole correre rischi. Perché il testo passi servono almeno 161 voti e la platea massima su cui ora la maggioranza può contare, visto che alcuni senatori a vita quasi mai votano, oscilla tra i 169 e i 170. Basta dunque un solo piccolo imprevisto per mettere il governo nei guai. Per questo, il capogruppo Pd corre ai ripari per tempo avvertendo tutti sull’importanza di non marcare più visita. Tutti, anche gli alleati di Ap e delle Autonomie. Secondo quanto si apprende, infatti, Zanda avrebbe scritto anche a Renato Schifani e Karl Zeller pregandoli di serrare le file.

A complicare le cose rispetto a prima, si spiega, ci sarebbe stata la decisione di alcuni esponenti di Scelta Civica di confluire nel Pd, cosa che ha fatto venir meno un gruppo di maggioranza che aveva garantita una sua rappresentanza nelle varie commissioni. Ora, in diversi organismi parlamentari, il vantaggio delle forze pro-governo è davvero minimo. Per questo Zanda insiste e punta il dito contro “il preoccupante aumento di assenze” anche “in occasione dell’esame e del voto su provvedimenti di rilevante delicatezza politica e parlamentare”.

Il margine “già modesto tra maggioranza e opposizione – aggiunge – si è ridotto e l’esito delle votazioni è stato positivo solo per concomitanti assenze nei gruppi di opposizione”. Anche perché molti senatori, facendo parte del governo, sono spesso impegnati fuori da Palazzo Madama. Se dunque il gruppo del PD al Senato “dovesse perdere la tensione – è l’appello di Zanda – se dovessimo ridurre puntualità e assiduità di presenza che hanno caratterizzato sin qui il nostro impegno parlamentare, la stessa continuità della legislatura verrebbe messa a forte rischio”. Anche i renziani sono avvertiti.