Pdl, Berlusconi mette fuori Fini: “Non c’è più compatibilità” e dovrà lasciare la presidenza della Camera

Pubblicato il 29 Luglio 2010 - 21:38| Aggiornato il 30 Luglio 2010 OLTRE 6 MESI FA

“La condivisione di principi comuni e il vincolo di solidarieta’ con i propri compagni di partito sono fondamenti imprescindibili dell’appartenenza a una forza politica. Partecipare attivamente e pubblicamente a quel gioco al massacro che vorrebbe consegnare alle Procure della Repubblica, agli organi di stampa e ai nostri avversari politici i tempi, i modi e perfino i contenuti della definizione degli organigrammi di partito e la composizione degli organi istituzionali, e’ incompatibile con la storia dei moderati e dei liberali italiani che si riconoscono nel Popolo della Liberta’. Si milita nello stesso partito quando si avverte il vincolo della comune appartenenza e della solidarieta’ fra i consociati. Si sta nel Popolo della Liberta’ quando ci si riconosce nei principi del popolarismo europeo che al primo posto mettono la persona e la sua dignita’. Assecondare qualsiasi tentativo di uso politico della giustizia; porre in contraddizione la legalita’ e il garantismo; mostrarsi esitanti nel respingere i teoremi che vorrebbero fondare la storia degli ultimi sedici anni su un ”patto criminale” con quella mafia che mai come in questi due anni e’ stata contrastata con tanta durezza e con tanta efficacia, significherebbe contraddire la nostra storia e la nostra identita’”.

“Per queste ragioni questo ufficio di Presidenza considera le posizioni dell’On. Fini assolutamente incompatibili con i principi ispiratori del Popolo della Liberta’, con gli impegni assunti con gli elettori e con l’attivita’ politica del Popolo della Liberta’. Di conseguenza – conclude la bozza del documento – viene meno anche la fiducia del PdL nei confronti del ruolo di garanzia di Presidente della Camera indicato dalla maggioranza che ha vinto le elezioni. L’Ufficio di Presidenza del Popolo della Liberta’ ha inoltre condiviso la decisione del Comitato di Coordinamento di deferire ai Probiviri gli onorevoli Bocchino, Granata e Briguglio.

Berlusconi. ”I coordinatori hanno svolto una relazione e hanno deciso di deferire ai probiviri gli onorevoli Briguglio, Granata e Bocchino, con la condivisione dell’ufficio di presidenza”. Così Silvio Berlusconi inizia la conferenza stampa al termine dell’ufficio di presidenza. Poi i toni si fanno più accesi quando arriva al punto e parla di Fini. Anche se l’ottimismo del Cavaliere è sempre lo stesso. ”Si è presentato – dice il Cavaliere – un dissenso da parte di Fini e degli uomini a lui vicini nei confronti del governo, della maggioranza e del presidente del Consiglio. Io non ho mai risposto, anzi ho sempre smentito i virgolettati che mi hanno attribuito. Abbiamo tenuto un comportamento responsabile, visto il momento di crisi che viviamo”.

”Lasciamo che siano membri del Parlamento – aggiunge – ad assumere iniziative a riguardo” delle dimissioni di Fini. Poi: ”Abbiamo tutti ritenuto che il Pdl non potesse pagare il prezzo troppo alto di mostrarsi un partito diviso. I tifosi si distaccano da una squadra se la vedono litigiosa, tanto piu’ se i litigi avvengono in campo aperto. Trentatre’ su trentasei membri dell’ufficio di presidenza hanno ritenuto che non si potesse piu’ continuare in questa situazione”. Si faranno dei ministri finiani? ”Questa decisione sarà assunta nella sede del governo – risponde il Cavaliere – ma per quanto mi riguarda non ho nessuna difficolta’ a continuare una collaborazione con validi ministri”.

Ma la maggioranza è a rischio? ”Non credo proprio – dice Berlusconi – C’e’ stata un’altalena di numeri, ma non si poteva piu’ restare in questa situazione. Non c’e’ nessun rischio”.