Pdl, “così non ci salva neanche padre Pio”. E Silvio ascolta un 30enne di Monza

Pubblicato il 23 Maggio 2012 - 12:57 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi (Foto Lapresse)

ROMA – Angelino Alfano commissariato da un “direttorio” di giovani, dalla Gelmini a Raffaele Fitto. Daniela Santanchè che non nasconde più i suoi fremiti: “Non basta solo una mano di vernice”. Bisogna rifarlo, questo Pdl. Anzi, “buttarlo” e passare ad altro. Berlusconi tentato da un inedito connubio tra il Movimento di Beppe Grillo e i Tea Party americani. Infine, la sintesi di Andrea Ronchi: “O si riparte da zero oppure non ci salva neanche Padre Pio in carrozzella”.

Questo, più o meno, il clima all’interno del Pdl. Un generico umore nero che coinvolge tutti, tanto che è stato annullato, martedì sera, un vertice tra i “big”. Ultima prova: le improvvise dimissioni del pur “tranquillo” Sandro Bondi. Il quale, dopo la lettura dei quotidiani odierni, in mattinata rompe gli indugi e lascia il suo ruolo da coordinatore Pdl “per sottrarmi ad attacchi e denigrazioni personali che fanno parte della peggiore politica”. Le varie anime del partito, dopo il tonfo elettorale, hanno riacceso un dibattito interno che rischia di portare all’implosione. E stavolta Berlusconi sarebbe convinto a riprendere in mano la situazione. Ecco che nei retroscena politici sui quotidiani si legge del “commissariamento” di Alfano (Repubblica), degli ultimi disastrosi sondaggi (La Stampa) che danno il Pdl addirittura terzo partito dopo Pd e Movimento 5 Stelle. Non mancano notizie sul “corteggiamento” a Casini finora senza esito positivo.

Ed ecco allora che Berlusconi freme e lavora per riprendere il controllo. La svolta “partitica” del Pdl non piace più al suo creatore: “Basta con questa struttura senza senso, con questi coordinamenti, con questi congressi, con le tessere. Questo non è più il mio partito”.

E come riformare tutto? In pratica con un “ritorno alle origini”, un movimento più snello e con una personalità forte al comando. Ovvero quello che Grillo ha messo in piedi e che per certi versi a molti ricorda la Forza Italia della prima ora. L’ultima tentazione sono le liste: una di impronta cattolica, guidata da Lupi. Una di fedeli al Cavaliere che potrebbe chiamarsi “Noi Italia”, una animalista affidata a Michela Brambilla. Il tutto arriva da un’improvvisa e ormai nemmeno più celata ammirazione di Berlusconi per il fenomeno Grillo. E, in generale, per le liste civiche. Pare che l’ultimo “guru” del Cavaliere sia Paolo Piffer, candidato sindaco a Monza di circa 30 anni con le liste PrimaveraMonza e CambiaMonza. Secondo Il Giornale Berlusconi lo avrebbe contattato e invitato a villa Gernetto per avere qualche lezione di “know how”. Ripensando a Grillo Berlusconi avrebbe detto “La gente vuole quello. Ma secondo voi a Parma chi ha fatto vincere il grillino? Noi, i nostri elettori. Dovremmo essere come lui”.