Pdl. Bocchino ci ripensa: “Volete la mia testa? Tutti a casa o resto anch’io”

Pubblicato il 27 Aprile 2010 - 19:32 OLTRE 6 MESI FA

Italo Bocchino

«Le mie dimissioni sono condizionate al voto per tutte le cariche. Io ho detto “volete la testa di Bocchino? D’accordo, ma allora si ridiscute e ci si conta”. Altrimenti resto vicecapogruppo, e prendo atto che non ci sono intenzioni di epurazione». Italo Bocchino in una intervista al post.it di Luca Sofri parla a ruota libera e ne ha per tutti, anche per il leader Berlusconi: «Uno che teorizza il partito dell’amore e fa un’epurazione di chi si limita a rappresentare il dissenso interno, come lo spiega al mondo? (poi al mondo non gliene frega niente, ma come lo spiega al partito?)».

Bocchino conferma quanto detto da Fini, non si parla di una cosa diversa dal Pdl ma «di un Pdl diverso, più incisivo nelle politiche di governo, dove è apparso un po’ a traino della Lega». E a capo di questo progetto si candidata proprio Gianfranco Fini,  un progetto, spiega il finiano, «del grande partito del centrodestra che funziona. Non funziona il sacrificio che questo progetto paga alle politiche di governo. Berlusconi è leader del partito e capo di governo – prosegue Bocchino – e la sua azione nel primo caso è a volte condizionata dal suo ruolo nel secondo».  L’ex capogruppo vicario alla Camera del Pdl ammette che la corrente nata in seno al Popolo delle libertà «è di minoranza» ma è anche sicuro che non sia poi così  tra gli elettori «un quarto degli elettori sta con Fini – spiega Bocchino – lo dicono tutti i sondaggi e anche quelli che ha in mano Berlusconi. Questo – conclude – è un partito autoreferenziale, dove nessuno è stato eletto a fare nulla. Al congresso i delegati di AN erano stati eletti, quelli di FI erano stati messi insieme in una lista. E’ un partito autoreferenziale».

Un occhio alla sinistra, Bocchino non la risparmia, anche perché il partito di opposizione ha dimostrato attenzione ai “movimenti” turbolenti all’interno del partito di governo: «Anziché preoccuparsi di noi si preoccupi di se stessa – ha proseguito su Post.it di Sofri – . E dovrebbe sapere che una crisi politica profonda sarebbe un problema del paese. La sua attenzione è segno di disperazione: devi costruire un’alternativa, non sperare che la costruiscano a destra».