Pdl in crisi, perde voti al Nord. Secondo Piepoli è sceso al 24%

Pubblicato il 22 Febbraio 2012 - 09:41 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Sondaggi da brivido” titolava ieri il quotidiano Libero, sulla crisi che attraversa Pdl in vista delle elezioni amministrative. Ma l’ex premier Silvio Berlusconi smentisce: “Siamo al 23,6 percento, in crescita a livello nazionale”. Secondo il quotidiano, invece, ci sarebbero alcune Regioni, specie nel Nord, dove il movimento franerebbe addirittura sotto il 10 per cento. A due mesi dall’appuntamento elettorale, da nord a sud, la situazione non è tra le più rosee. Ma sono troppe le variabili in campo, persino i sondaggisti si mantengono cauti. C’è da vedere come si comporta la Lega al Nord: alleanza, sì o no? Nel contempo rimane aperta l’ipotesi di apparentamenti, specie al Sud, con l’Udc. Sono quattro le città che preoccupano: Palermo, Genova, Lecce e Verona.

Alessandra Ghisleri, titolare di Euromedia Search, e dal 2005 sondaggista di fiducia di Berlusconi, intervistata dal Corriere della Sera, osserva: “Tra elezioni nazionali e amministrative ci sono molte discrepanze. Qui conta moltissimo il candidato. Prendiamo Genova: ha vinto Marco Doria, spinto da Sel. Ma è evidente che il Pd ha un consenso ben maggiore di quello che è sembrato nel voto”.

Poi c’è la questione del governo tecnico: “Ora l’attenzione è rivolta alla crisi – annota Ghisleri – ai temi della precarietà, all’economia in difficoltà. È normale che i partiti cerchino di apparire poco, che stiano in disparte”. Ma meno visibilità, meno voti. E così spunta l’ipotesi liste civiche.

Non condivide la retorica dei partiti in crisi, Nicola Piepoli, titolare dell’omonimo istituto, che ha detto: “Le nostre valutazioni nazionali sono di una lieve flessione del Pdl ma non più di tanto. Cento giorni fa valeva 24 punti, ora è sullo stesso livello”.

Nel settentrione i pidiellini rischiano di rimanere isolati, senza il Carroccio. Al Sud, sulle intese con l’Udc, pesa il veto di Fli e dell’Mpa. A Palermo,roccaforte del Pdl, dove Angelino Alfano gioca in casa, è un rompicapo: il terzo polo ha già un nome, Massimo Costa. “E gli azzurri stanno provando a convincere il suo mentore, Francesco Cascio, a scendere in campo, in modo da far ritirare l’altro”, riporta il quotidiano Libero.

Meno abbottonato il presidente di Swg Roberto Weber che ha la sensazione “che il Pdl sia in una fase di decremento progressivo di cui per la prima volta non si coglie il punto d’arrivo. C’è un progressivo frammentarsi della politica, che si vede anche dal peso enorme che stanno assumendo i candidati. In diverse situazioni sindaci uscenti, magari riconfermati, hanno lasciato il loro partito per formare una lista civica e ricostruire un’altra realtà”.

Sarà dunque il territorio a dare le risposte secondo Weber: “È più probabile che al Sud, dove la contrattazione sui consensi passa anche attraverso canali non politici, i partiti mantengano una loro forza. Ma al Nord ci potrebbero essere molte sorprese. Con la certezza di una Lega che regge bene e che capitalizza gli elementi disaggregativi del Pdl”.

E intanto Berlusconi raccomanda cauto ai suoi: “Evitate di caricare di significato politico questa tornata elettorale, sono solo elezioni locali”. La politica si fa a Roma.