«Con l’approvazione avvenuta oggi a maggioranza del documento di censura nei confronti del Presidente del consiglio, il Csm ha segnato il passaggio dall’egemonia delle ‘toghe rossè a quella delle ‘toghe viola’», afferma Giorgio Stracquadanio del Pdl.
«Quel documento, infatti – aggiunge – non è altro che l’adesione alla manifestazione di piazza che i giustizialisti d’Italia, impropriamente definiti ‘popolo viola’ visto che sono una sparuta minoranza, hanno in programma a fine mese. Per tanti anni abbiamo visto un organo che secondo la Costituzione dovrebbe occuparsi di alta amministrazione ergersi a terza Camera della Repubblica e approvare documenti politici contro alcuni governi e a favore di altri».
«Oggi – prosegue l’esponente Pdl – abbiamo avuto un salto di qualità e si è celebrato il primo »No B Day« di un organo di rilievo costituzionale: si è trattato di un comportamento gravemente lesivo degli equilibri istituzionali, di un abuso di funzioni che non spettano al Csm e che lancia alla nazione un messaggio preciso: è vietato criticare i mandarini della giustizia, ai quali invece tutto è consentito, visto che sono gli unici ad avere il potere di giudicarsi, anzi – conclude – di assolversi da soli sotto ogni profilo: in una parola, la dittatura viola».