Pdl domanda: “Arrivano le foto del bunga-bunga?”. Berlusconi se la cava se la risposta è no

di Lucio Fero
Pubblicato il 3 Febbraio 2011 - 14:22 OLTRE 6 MESI FA

ROMA-Parli con quelli del Pdl, quelli al governo, in Parlamento, al bar e in ufficio, e prima o poi nella conversazione piazzano la domanda: “Ma ci sono, arrivano, le tirano fuori le foto?”. E’ una domanda che viaggia libera e autorizzata, in Consiglio dei ministri, nei corridoi e divani di Camera e Senato, nella chiacchiera spiccia, partecipe o annoiata che sia, della gente grande o piccola che con Berlusconi sta o almeno con lui simpatizza. Ed è una domanda che contiene una confessione, un’accettazione, una “digestione” più o meno consapevole del “boccone”: chi fa questa domanda suppone che “qualcosa” da fotografare ci sia stato. Anche se non è per nulla detto che le foto siano state davvero scattate.

Dicono parlamentari grandi e piccoli del Pdl: “Forse ce la possiamo fare, i voti alla Camera li troviamo, il processo lo mandiamo al Tribunale dei ministri e tanti saluti, forse andiamo avanti e lui se la cava anche stavolta. E’ partita la controffensiva mediatica, lui  sta inchiodando l’opposizione alla croce della patrimoniale…Ma, se arrivano le foto…”. Non dicono: “La sola idea che ci possano essere foto è offensiva invenzione, non è mai accaduto nulla che potesse essere fotografato”. Non lo dicono mai. Si preparano all’appuntamento-duello di martedì prossimo 8 febbraio: in contemporanea un Consiglio dei ministri che rilancia, per la quarta volta in tre anni, il piano casa, lo sblocco dei fondi Fas per il Sud, sempre gli stessi soldi già tre volte annunciati ma mai spesi, la revisione dell’articolo 41 della Costituzione narrato come “tappo” alla ripresa economica (ci vorranno 18 mesi ma fa “rumore” l’idea), il solenne giuramento che mai e poi mai con Berlusconi arriveranno tasse sul patrimonio e la richiesta da parte della Procura di Milano dell’avvio del processo al premier per concussione e prostituzione minorile. Un “faccia a faccia” da cui sono sicuri di uscire vincenti presso la pubblica opinione. Ma “se arrivano le foto, se la Procura ce l’ha e le tira fuori…”. Non dicono: “Non c’è nessuna foto che possa arrivare”. Non lo dicono mai. Sperano, contano, confidano che la Procura quelle foto non le abbia. Sperano, contano, confidano che sia invenzione il fatto che qualcuno abbia scattato foto. Ma mai escludono ci possa essere stato qualcosa da fotografare.

E così la domanda sulle “foto del bunga-bunga” diventa rivelatrice del come e perchè anche stavolta se la cava se se la cava. Promettendo soldi al paese, promessa rischiosa alquanto perchè il paese comincia davvero a stringere la cinghia, i dati sul reddito disponibile calato del 2,7 per cento, la prima volta dal 1995. Promessa pericolosa perchè se poi i soldi non arrivano davvero la promessa non mantenuta si somma in miscela con i meno soldi che la gente davvero ha in tasca. Ma questo sarà domani, oggi la promessa ancora un po’ funziona. Soprattutto se servita nel piatto del muro che Berlusconi opporrà al “gigantesco esproprio” che gli altri vogliono. Promessa e barricata, se la può cavare così. Se la può cavare perchè o lui o la Procura e in mezzo non c’è praticamente nulla, non una vera alternativa di governo. Se la può cavare ancora una volta destando ammirazione o sgomento perchè nessun altro al mondo in queste condizioni se la caverebbe. Questo raccontano, sperano, calcolano e aspettano quelli del Pdl, quelli che con lui governano, quelli che lo votano e quelli per cui senza di lui è pure peggio. Ma tutti aggiungono e convengono: “Se arrivano quelle foto però…”. Non dubitano che ci sia stato un bunga-bunga da fotografare. Forse quelle foto non esistono, ma l’Italia di Berlusconi non teme che esistano, anzi quasi lo dà per scontato. Teme solo che qualcuno le abbia e che vengano rese pubbliche. E’ per questo “comune sentire” che in fondo e al fondo se la cava, se se la cava.