Pdl, Frattini amaro: “Non si sa chi siamo e dove andiamo”

Pubblicato il 30 Novembre 2012 - 20:02 OLTRE 6 MESI FA
Franco Frattini (LaPresse)

ROMA – La parola “deluso” non la pronuncia mai, ma se c’è una cosa che più di tutte trapela dalle sue parole è proprio la delusione. Franco Frattini è deluso: lo è di un partito, il Pdl, che annuncia le primarie e poi se le rimangia, e di un leader, Silvio Berlusconi, che “prima ha scritto quattro cartelle che dicevano una cosa, poi ha fatto un video che contraddiceva questo scritto”. E che nel frattempo “non parla” lasciando parlare i retroscena.

In un’intervista al Corriere della Sera l’ex ministro degli Esteri prova proprio a rispondere alla domanda più scomoda, cosa stia davvero succedendo nel Pdl. E la sua risposta conferma la sensazione di confusione e navigazione a vista degli ultimi giorni: “Nessuno lo sa: si leggono molti retroscena, ma Berlusconi in persona non parla, la confusione è completa”.

Quando l’intervistatrice, Maria Antonietta Calabrò, gli chiede delle primarie in Frattini prevale l’amarezza:

“Bah! Al punto in cui siamo, anche se fossero confermate quanti parteciperebbero? Non più di centomila. Ma è chiaro che non si tratta di un problema organizzativo (il partito solo poco tempo fa ha tesserato un milione di persone) ma politico. E invece il Pd ha ottenuto, nonostante le polemiche, un grande risultato innegabile e positivo: basta guardare non solo l’affluenza ai seggi ma anche i dati dell’ascolto tv del confronto Bersani-Renzi”.

Disagio anche nei confronti di Berlusconi di cui Frattini spiega di non capire ancora cosa farà:

Francamente non lo so. Lui non lo dice: io prendo nota che prima ha scritto quattro cartelle che dicevano una cosa, poi ha fatto un video che contraddiceva questo scritto, adesso siamo ai retroscena. Quanto alle primarie, Alfano non ha fatto neanche lui un annuncio chiaro, e poi le primarie erano state decise dall’Ufficio di presidenza del partito. Non è che possano essere cancellate così..”.

Per l’ex ministro, invece, quello che serve è una confederazione di moderati che parta dal Pdl e che riesca a inglobare anche Pierferdinando Casini e Luca Cordero di Montezemolo. Purché, spiega Frattini, loro la smettano con i “tatticismi”.

Eppure il Pdl che ha in mente Frattini sembra decisamente di minoranza, almeno per quanto riguarda la posizione rispetto a Mario Monti:

“Il problema sono i contenuti: ecco, il Pdl deve fare propria l’Agenda Monti. Mentre non bisognerebbe tirare troppo per la giacca il premier, come invece ho visto fare molti, in questi tempi. Pronti certo a recepire subito la disponibilità del presidente del Consiglio se decidesse in questo senso”.

Difficile che Berlusconi accolga l’ultimo suggerimento. Intanto a via dell’Umiltà resta la confusione.