Pdl-Lega, patto scritto in guardiola. Se B. non ricorda password dei suoi pc…

di Daniela Lauria
Pubblicato il 8 Gennaio 2013 - 10:26 OLTRE 6 MESI FA
Roberto Calderoli e Silvio Berlusconi (Foto Lapresse)

ROMA – Sul patto Pdl e Lega, il Corriere della Sera racconta un gustoso retroscena che vede come protagonista Roberto Calderoli. Scrive Marco Cremonesi a pagina 3 del quotidiano milanese che il leghista, autore della famigerata legge elettorale poi ribattezzata porcellum, durante il vertice ad Arcore, faceva la spola tra il salone delle trattative e la guardiola.

Calderoli, che è sempre stato notaio e architetto di accordi e alleanze,

l’altra sera, ad Arcore, teneva un comportamento strano. Lasciava il salone dove era in corsa la madre di tutte le trattative, quella per la riedizione del vecchio accordo Lega-Pdl e si dirigeva verso la guardiola del sontuoso villone berlusconiano. Dopo qualche minuto ne usciva, per riunirsi agli altri commensali della fatidica serata. Non troppo a lungo. Dopo qualche tempo, eccolo abbandonarli ancora e tornare di gran passo sempre lì: in guardiola.

Il perché è presto detto: pare che ad Arcore non ci fossero più computer di cui Berlusconi conoscesse la password. Così ad ogni punto saliente della trattativa quando Calderoli, con perizia notarile, doveva trascrivere gli accordi sino a quel momento raggiunti, era costretto ad usare il computer degli addetti alla sicurezza. L’unico disponibile nel villone di Arcore.

Nel suo andirivieni a villa Arcore Calderoli ha trascritto anche la più controversa delle note. Quella in cui, lo scrivono i media leghisti, “il Cavaliere si è impegnato per iscritto a non correre per la presmiership”. I dettagli non si sapranno mai ma, scrive il Corriere:

i leghisti avrebbero acconsentito ad una versione meno perentoria della clausola sulla candidatura. Qualcosa che suona semplicemente ccome “il candidato premier sarà deciso con l’accordo dei sottoscrittori del presente patto”.

Perché tanto che la rinata coalizione riesca a vincere le elezioni nessuno ci crede. Di ipotesi remota si tratta e pure Calderoli, genitore del porcellum, sa che nessuna coalizione sarebbe in grado di avere la maggioranza assoluta a Palazzo Madama. “Conosco l’attuale legge elettorale e gli effetti che produce come nessun altro.  Durante le feste natalizie mi sono divertito a fare una serie di simulazioni alla luce, o meglio al buio, della discesa in campo di Monti, una simulazione basata sui sondaggi più accreditati e sui possibili flussi elettorali e i risultati sono molto interessanti”.

Secondo Calderoli “al Senato nessuna coalizione si avvicinerebbe neppure lontanamente alla maggioranza assoluta, neppure utilizzando i senatori a vita, e quindi anche lo stesso Monti”. E alla Camera, “sorprendentemente proprio grazie a Monti, il distacco tra la coalizione di sinistra ed un’ipotetica alleanza di centrodestra si ridurrebbe a tre soli punti percentuali e quindi avremmo una partita ancora tutta da giocare”.