Il Pdl: “Spostiamo il voto di 2 settimane”: più propaganda, meno par condicio?

Pubblicato il 18 Dicembre 2012 - 16:37 OLTRE 6 MESI FA
Fabrizio Cicchitto (Foto Lapresse)

ROMA – A metà pomeriggio il Pdl si limita a chiedere più tempo per analizzare la legge di stabilità, ovvero la fondamentale manovra finanziaria annuale. In serata però il partito esce allo scoperto: votiamo più tardi, almeno due settimane dopo il 17 febbraio, la data finora più papabile. Rincara negli stessi minuti Berlusconi: ”Perché questa fretta di andare alle elezioni, a una fretta totale per formare le liste ed è una forzatura inutile”. D’altra parte, chiarisce Berlusconi, la rimonta del Pdl ”dipende dalla quantità di ore tv che avrò ” a disposizione.

Più tardi significa par condicio ritardata. Significa, soprattutto, due settimane di propaganda garantita, con la presenza massiccia di Berlusconi in tv e sui giornali come in questi giorni. Il motivo ufficiale fornito dal partito è quello di organizzare per tempo la complessa macchina elettorale: con le elezioni così ravvicinate gli elettori all’estero rischiano di non poter volere.

Nel pomeriggio era stato Fabrizio Cicchitto ad anticipare l’aria di “melina”: ”Sulla legge di stabilità ovviamente voteremo a favore ma ci prenderemo tutto il tempo, non c’è un impegno preciso su un giorno particolare” precisa Cicchitto ricordando che il Senato ”ha introdotto molti elementi di arricchimento”. Insomma serve più tempo, non siamo ancora pronti, qualche giorno ancora sulla legge di stabilità. Se non viene approvata entro il 29 dicembre,però, si va in “esercizio provvisorio”, ossia quello che succede al bilancio dello Stato se non viene approvato entro i tempi previsti. E perché il Pdl vuole qualche giorno ancora?

Il sospetto in Parlamento è che farebbe comodo una settimana in più di campagna elettorale senza par condicio, come lascia intuire anche Pierluigi Bersani: ”Non possono usare il Parlamento, la legge di stabilità, per i loro problemi”.

Insomma, tempo. Anche per le elezioni, di fretta non ce n’è, continua Cicchitto: “Circa la data delle elezioni, aldilà di tutte le questioni tecnico- politiche, la data più ragionevole ci sembra quella del 24 febbraio e non si capisce perché debba essere seguita l’indicazione sul 17 fatta da un solo partito”.