Pdl, Paola Pelino non paga vestiti per 11mila €: ingiunzione pagamento in Senato

Pubblicato il 21 Marzo 2013 - 09:54| Aggiornato il 26 Ottobre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Paola Pelino, senatrice del Pdl, non ha pagato vestiti per 11mila euro. Ora in primo grado è stata condannata a saldare il conto e le spese legali. I titolari del negozio by Gabrielli di Pescara da 3 anni accusano: “Se li fece consegnare in albergo, assicurando che poi sarebbe passata per il saldo”. La senatrice, che ha già presentato ricorso, in un’intervista a Giuseppe Caporale su Repubblica si difende: “Non mi hanno mai fatto lo scontrino”.

La sentenza di primo grado che ha colpito la Pelino, senatrice eletta in Abruzzo con il Pdl, ha comportato anche un’ingiunzione in Parlamento, arrivata proprio al primo giorno della senatrice a Palazzo Madama. Secondo Repubblica la vicenda ha imbarazzato anche la famiglia della senatrice, gruppo imprenditoriale dell’azienda di confetti Pelino di Sulmona.

Giuseppe Caporale ha intervistato la senatrice e gli ha chiesto perché non ha saldato il conto. La Pelino ha risposto:

Guardi, è tutta una montatura dei giornali di sinistra e dei miei avversari politici in Abruzzo. Mi risulta che il mio avvocato abbia presentato ricorso in appello in quanto quel negozio non mi ha mai rilasciato lo scontrino”.

Alla domanda del giornalista, che incalza sul perché la senatrice non abbia pagato i vestiti lei replica:

“Ma questo cos’è, un interrogatorio? Che domande sono…”.

Anche il senatore Gaetano Quagliariello, secondo l’Espresso, sarebbe rimasto coinvolto nella vicenda:

Lasciate fuori da questa storia Quagliariello, non c’entra proprio nulla. E’ stato tirato in ballo solo perché il giorno dell’inaugurazione del suo comitato elettorale a Pescara, la titolare del negozio mi è venuta incontro inveendo. Non l’aveva nemmeno riconosciuta”.

Una versione diversa quella offerta dai legali del negozio, che hanno dichiarato che il senatore Quagliariello nel periodo pre-elettorale si presento alla boutique per chiedere una soluzione “bonaria” della vicenda. A questa obiezione del giornalista di Repubblica, la senatrice Pelino conclude:

“Io sono una persona trasparente… Adesso però basta, dovete parlare con il mio avvocato”.