Pdl, resa dei conti. Fitto: “Azzeriamo le cariche e facciamo il Congresso”

di Viola Contursi
Pubblicato il 6 Ottobre 2013 - 10:45 OLTRE 6 MESI FA
Pdl, resa dei conti. Fitto: "Azzeriamo le cariche e facciamo il Congresso"

Raffaele Fitto e Angelino Alfano (Foto LaPresse)

ROMA – Pdl, la resa dei conti è vicina. Si paventava una rottura prodotta a sorpresa non dagli “alfaniani” ma dai “lealisti” ed ecco che il loro leader in pectore, Raffaele Fitto, cala le carte e chiede in un’intervista al Corriere: ”Azzeramento di tutti gli incarichi di partito” e ”convocazione di un congresso straordinario”.

 

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Come a urlare: “Il Re è nudo”, a palesare che la frattura nel Pdl è reale e si sta ampliando. Da una parte Alfano e i suoi (tutti i ministri Pdl del governo in prima linea) che chiedono la testa dei “falchi” e la dirigenza “soft” del partito. Il potere ormai è nelle loro mani. Silvio Berlusconi sarebbe disposto ad accontentarli, a patto di non cacciare nessuno.

Ma dall’altra parte, i “lealisti” (che sono i “falchi” ma non solo) non ci stanno e rialzano la testa. Vogliono un confronto aperto e uno scontro se ci sarà bisogno ma vogliono che sia un Congresso a sancire la “vittoria” di Alfano.

 

Per l’appunto Fitto chiarisce il quadro, spiegando che l’iniziativa dei ”lealisti” non è finalizzata ”ad ottenere qualche incarico”. Non si tratta, afferma in un’intervista al Corriere della Sera, di ”un problema di strapuntino personale” ma di ”un grosso problema politico”. ‘‘Siamo in tanti e abbiamo deciso di chiamarci lealisti – spiega – siamo quelli che non si limitano solo ad inviare comunicati stampa quando viene commesso un gravissimo atto come in Giunta in Senato”, ”siamo quelli leali con Berlusconi e le sue politiche”.

Quanto ad Alfano ”in questo periodo io non condivido la sua azione politica, che rischia di costruire un centro politicamente subalterno alla sinistra”. In ogni caso ”noi sosterremo lealmente il governo e senza alcuna ostilità. Vigileremo però con molta attenzione per evitare che un governo di larghe intese si trasformi in un governo di sotto intese…”.

”Io – aggiunge l’ex governatore della Puglia – condivido l’appello all’unità lanciato di Bondi” ma ”quello che è accaduto in questi giorni merita una seria riflessione”. Tanti non condividono, osserva, la distinzione ”ornitologica tra falchi e colombe” che ha finito con il ”danneggiare l’immagine del partito”. Per questo ”occorre, e cito Alfano alla sua nomina a segretario, ‘la legittimazione dal basso’ ”.