Pdl e la grana Scajola: “Serve un nuovo governo”. Alfano pensa all’Udc

Pubblicato il 9 Ottobre 2011 - 10:06 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Come se non bastasse la spaccatura sul condono, nel Pdl c’è un’altra grana che il segretario Angelino Alfano dovrà affrontare. Si tratta delle manovre dell’ex ministro Cladio Scajola e del senatore Beppe Pisanu, sempre più convinti che per affrontare concretamente la crisi economica sia necessario un governo diverso, specchio di una maggioranza più ampia.

“Non sono preoccupato da fronde interne – dice Alfano -, sono convinto che ci siano dei soggetti importanti anche all’interno del Pdl, come Claudio Scajola, che popongono delle questioni che non vanno sottovalutate. La prossima settimana incontrerò Scajola per valutare insieme quali sono i quesiti politici posti da lui e che non intendiamo sottovalutare”.

Da Saint Vincent, dove interviene a un’iniziativa del ministro Rotondi, Scajola però rilancia e torna a chiamare in causa Silvio Berlusconi: “Deve essere protagonista di una grande scossa, una grande svolta altrimenti questo Paese non si salva e questi non sono temi né da carbonari né da chi pensa di colpire qualcuno alle spalle. Chi usa quei linguaggi, chi usa quei metodi non può riferirsi a un gruppo di moderati che lavora per il bene dell’Italia”.

E ancora: “Non possiamo pensare di affrontare questo momento difficile attraverso la politica urlata, attraverso la contraddizione forte che c’è in questo momento. E’ necessario che Berlusconi, che nel ’94 ha fermato la macchina da guerra di Occhetto, oggi colga la necessità di essere protagonista di una grande scossa”.

Per l’ex ministro, tra l’altro, “il Pdl non è mai nato” e ora “c’è bisogno di costruire un percorso dove il nuovo Pdl possa diventare il raccoglitore di un partito dei moderati” per “tutti quelli che si sono persi nel bipolarismo anomalo che si è costruito in questi anni”. Berlusconi deve “prendere in mano una situazione difficile per allargare il consenso parlamentare”. Insomma, si tratta di allargare la maggioranza.

Alfano lo sa benissimo e infatti anche ha rilanciato il dialogo con il terzo polo: “Vogliamo unire i moderati – ha detto il segretario Pdl – ma con Casini non deve essere un bla-bla reciproco”.

Parole che si scontrano con un Gianfranco Fini lapidario: “Se Berlusconi amasse l’Italia avvertirebbe l’esigenza di fare un passo indietro e cedere il passo a un nuovo governo. E’ finito il tempo dell’autocandidatura del ‘ci penso io’ o del ‘faccio tutto io'”. Alfano, però, fa capire che un cambio di premier è escluso: “Le regole della democrazia funzionano così: chi vince governa per il tempo che la costituzione gli assegna”.