Pedofilia, Famiglia Cristiana: “Il Papa agisce, gli stati no”

Pubblicato il 8 Aprile 2010 - 13:53 OLTRE 6 MESI FA

“Il Papa agisce, gli Stati no”. E’ quanto sostiene Famiglia Cristiana in un editoriale dedicato oggi allo scandalo della pedofilia.

“Quale Stato si è mai preoccupato seriamente dell’abuso sessuale dei minori come fenomeno sociale di estrema importanza?” si chiede polemicamente il settimanale nell’articolo, in cui sono riassunte tutte le iniziative della Chiesa di Benedetto XVI, “per scovare, denunciare e assumere pubblicamente il problema, portandolo alla luce e perseguendolo esplicitamente”.

“Lo scandalo mediatico scatenato sui preti pedofili in due continenti, Europa e America, sta rivelando un fenomeno di malafede difficilmente immaginabile per qualsiasi altro caso di comportamenti immorali e illegali. È ora di reagire sul piano della realtà e dire le cose come stanno davvero”, si legge nel testo. L’articolo ribadisce poi che “la pedofilia è per la Chiesa cattolica vergogna e disonore, come ha scritto Benedetto XVI nella Lettera ai cattolici irlandesi, in cui parla di crimini abnormi e di colpo inferto alla Chiesa, a un punto tale cui non erano giunti neppure secoli di persecuzione”.

“Lo stesso Pontefice aveva già drammaticamente lamentato quanta sporcizia c’è nella Chiesa, quando era ancora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede – ricorda Famiglia Cristiana – e lo aveva fatto con cognizione di causa, visto che tante cose, in quella veste, già le conosceva”.

Il settimanale ricorda tra l’altro come “importanti studiosi internazionali di sociologia applicata alle religioni” abbiano “dimostrato che tra i pastori protestanti la percentuale di condannati per abusi sui minori è doppia di quella tra i sacerdoti cattolici (che negli ultimi 50 anni sono stati un centinaio negli Stati Uniti e altrettanti nel resto del mondo: anche se fossero soltanto due sarebbero già comunque due di troppo) ed è addirittura dieci volte più alta fra i professori di ginnastica e gli allenatori di squadre sportive giovanili”. Anche per questo si chiede “quale altra confessione religiosa” sia mossa come la Chiesa cattolica per combattere e sradicare il fenomeno.