Per la Provincia di Bolzano i terroristi anti-italiani erano “combattenti per la libertà”

Pubblicato il 7 Maggio 2009 - 15:18 OLTRE 6 MESI FA

«Via dal­­l’Italia » si legge sui muri di Bolzano, “Bozen” per i due terzi della popolazione altoatesina che parla tedesco. E il voto di mercoledì al Parlamento provinciale  – che ha consegnato la vittoria a Eva Klotz, simbolo dell’autoderminazione sudtirolese – ha ridato vigore ai sentimenti anti-italiani che la prosperità della Regione sembrava aver sopito. La nuova amministrazione ha votato che d’ora in poi gli uomini che piazzavano bombe contro obiettivi italiani negli anni ’60 saranno ufficialmente definiti «combattenti per la libertà», attivisti politici e non terroristi.

La Südtiroler Volkspartei, dopo un paio di sconfitte a vantaggio dell’estrema destra tedesca, si è messa a rincorrere pulsioni irredentiste e nazionaliste. La data del 25 aprile continua a dividere: per molti – come il vicesindaco di Bolzano Oswald Ellecosta della Svp – la liberazione è avvenuta nel ’43 per merito della Wehrmacht. Simbolo dell’ostilità fra le due etnie altoatesine è il monumento all’Alpino di Merano: è “fascista” per gli Schützen che marciano per abolirlo. A presidiarlo il giorno della commemorazione sono stati mobilitati 600 poliziotti, un’esibizione muscolare giudicata una provocazione dalla comunità tedesca. Peccato non ci si accorga che del monumento è rimasto in piedi ben poco. Fu una bomba dei «combattenti per la libertà» a ridurlo così.