I pescatori di Mazara sono liberi e stanno tornando in Italia. Sono stati liberati il 17 dicembre. La tempistica fa pensare a un “regalo di Natale” di Conte. Regalo alle loro famiglie, ma forse anche a se stesso. Perché, tra crisi di governo (minacciate) e mugugni (reali) in vista del Dpcm Natale, non è un periodo facilissimo per il premier. Un regalino, rispetto a quello che lo aspetta nelle prossime ore.
Partiamo da un presupposto: 108 giorni di prigionia sono tanti, troppi. Troppi per l’accusa formulata dalla Libia. I pescatori di Mazara avrebbero sconfinato mentre pescavano. Quante volte succede? Nel triangolo Italia-Libia-Malta gli sconfinamenti sono all’ordine del giorno. Così come gli interventi della Guardia Costiera per questioni di acque territoriali.
Pescatori di Mazara: liberarli dopo 108 giorni è una vittoria?
Per 108 giorni i pescatori di Mazara sono rimasti prigionieri in Libia. Non c’è dubbio che la diplomazia italiana si sia mossa per tempo. Non ci sono dubbi sul fatto che Conte, Di Maio e i propri staff abbiano lavorato sodo per riportarli in Italia prima possibile.
Ma il punto è proprio questo. Servono più di 3 mesi per ottenere una liberazione più che legittima? Possibile che la nostra diplomazia conti così poco nel Mediterraneo? Possibile che l’equipaggio di una nave turca sia stato liberato (sempre da Haftar) molto prima?
Va bene festeggiare, va bene esultare perché oggi è un giorno di festa. Ma una riflessione si impone sulla nostra autorevolezza in politica estera (vedi anche il caso Regeni).
Conte e le minacce di crisi di governo
Crisi di governo, questa parola che echeggia sui giornali. Davvero Conte ha i giorni contati? E dopo che succede? La parte del “cattivo” è interpretata da Renzi, che da giorni non perde occasione per attaccare il premier. Senato, Facebook, tv, lettere ai giornali. E’ tutta una continua velata minaccia: “Dicci cosa intendi fare sennò…”.
Sennò cosa? Gli esponenti di Italia Viva ripetono il ritornello che M5s non vuole tornare alle urne. Perché sarebbero ben al di sotto del 30 e passa percento preso alle ultime elezioni politiche. E invece…Italia Viva vuole andare al voto? Sembra paradossale, per un partito che oggi come oggi farebbe fatica a superare la soglia di sbarramento.
Renzi aveva anche chiesto a gran voce che il governo mostrasse i muscoli. Detto, fatto. Conte avrà voluto mandare un messaggio anche a lui in vista del tanto agognato incontro?
Conte e i mugugni per il Dpcm Natale
Non è ancora ufficiale ma già non piace a tanti. Il Dpcm Natale ormai è alle porte, mancano i dettagli. Ma quel che filtra da giornali, organi più o meno ufficiali e dichiarazioni di politici non piace a molti. Va bene il virus, va bene la pandemia ma la zona rossa a Natale no.
Non piace ai commercianti. Non piace all’opposizione. Non piace a coloro che sono abituati alle super mega tavolate. E a scambiarsi regali per 15 giorni come se non ci fosse un domani. Quelli che fanno partite a carte in 30.
Ma piace ai virologi. Alla task force. Piace all’Europa che ci dà i soldi per il Recovery Fund (e quindi vorrebbe vedere un Paese che prova a contenere, non uno che si sollazza assembrandosi). E piace alla Merkel e a tutti coloro che hanno già deciso per il lockdown.
Però a votare non ci va la Merkel, e nemmeno la Von der Leyen. Quindi, in attesa di incassare l’ondata di critiche e lamentele più o meno inevitabili, Conte ci fa questo regalino. Una piccola consolazione, in attesa del siluro. Un po’ come quando si vince il tombolino.