Pietro Grasso leader di Liberi e Uguali, unisce la sinistra: “Noi siamo il voto utile”

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Dicembre 2017 - 14:25 OLTRE 6 MESI FA
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Da sinistra: Roberto Speranza, il presidente del Senato Pietro Grasso, Pippo Civati e Nicola Fratoianni partecipano a Liberi Uguali

ROMA – “Noi siamo il voto utile”. Così Pietro Grasso, chiudendo l’assemblea della Sinistra unitaria, prende le redini del nuovo soggetto politico “Liberi e uguali”, che riunisce sotto lo stesso cappello Si, Mdp e Possibile.

“Fare politica è un onore – ha detto Grasso – non una vergogna. C’è in gioco il futuro dell’Italia e questa è la nostra sfida: battersi perché tutti, nessuno escluso siano liberi e uguali, liberi e uguali”. Lo ripete due volte, citando per la prima volta il nome della nuova creatura.

Accolto da una standing ovation di 1500 delegati, il presidente Grasso ha spiegato che “serve un’alternativa e allora tocca noi offrire una nuova casa a chi non si sente rappresentato, difendere principi e valori che rischiano di perdersi, su lavoro, scuola, diritti e doveri. Tasse più giuste e progressive, una vera parità di genere. Per tutto questo io ci sono“.

In prima fila applaudono Roberto Speranza, Nicola Fratoianni e Pippo Civati, Massimo D’Alema, che è in seconda fila, Claudio Fava e Nichi Vendola. Defilato Pier Luigi Bersani, che siede in sesta fila. In platea si vedono, tra gli altri, Vincenzo Visco, Gavino Angius, Fabio Mussi, Alfredo D’Attorre, Federico Fornaro, Miguel Gotor, Stefano Fassina, Loredana De Petris, Arturo Scotto.

“Il nostro è un progetto più grande di come finora lo hanno raccontato e se ne accorgeranno presto – ha annunciato Grasso – Non facciamoci scoraggiare di chi parla di rischi di sistema, favori ai populismi, voto utile. L’unico voto utile è chi costruisce speranze portando in Parlamento i bisogni e le richieste della metà d’Italia che non vota. E’ questo il voto utile“.

“Siamo qui – ha detto Grasso – culture e persone diverse, ma tutti uniti per difendere principi e valori in cui crediamo”. “Dare le dimissioni dal gruppo Pd è stata una scelta politica e anche personale, frutto, di un’esigenza interiore. Ho ricevuto tante telefonate, mi hanno chiesto di fermarmi un giro, fare la riserva della Repubblica: mi spiace, questi calcoli non fanno per me”.

“Ho scelto ottimi compagni di viaggio, ma tanti altri arriveranno. Il nostro progetto è aperto e accogliente”, ha detto il presidente del Senato. “Costruiremo una nuova alleanza tra cittadinanza attiva, sindacati, forze intermedie”.

“No a inaccettabili intimidazioni: mi ha colpito la rabbia di quei quattro fascisti. Fascisti, diciamolo. C’è un’onda nera che monta. A partire dalle periferie delle nostre città. E allora è da lì che dobbiamo tornare, è da lì che dobbiamo ripartire”.

Nasce – dunque – la lista unitaria della sinistra e, dal palco dell’Atlantico Live a Roma arrivano segnali di chiusura a un eventuale dialogo con il Pd. Pippo Civati lo dice rivolgendosi a Pisapia: “Altri stanno allestendo coalizioni da incubo, in cui c’è dentro tutto: Minniti con Bonino, Merkel con no euro. Noi saremo rigorosi”. “C’era chi diceva mai con Alfan’, patrimoniale, ius soli. E allora perché poi va con Alfano, con chi non vuole lo ius soli, con chi quando nomini la patrimoniale gli viene un colpo? Il mio appello è: Giuliano, dove campo vai?”, aggiunge parlando a Giuliano Pisapia.

“Il nostro progetto – dice il leader di Possibile, primo big a parlare dal palco – non è solo mettere insieme la sinistra, che è un’impresa titanica mai riuscita, il nostro progetto è cambiare l’Italia, la sua politica, i suoi rapporti di potere”. “E’ stato un processo lungo e non scontato. Mi piace pensare che oltre a Libertà e uguaglianza ci sia anche una fratellanza tra noi, un comune sentire”.

Anche D’Alema boccia gli appelli all’unità del centrosinistra: “Sono tardivi e non accompagnati da scelte politiche e programmatiche conseguenti. Renzi – sottolinea – aveva detto che noi eravamo elettoralmente irrilevanti, quindi questi appelli contraddittori”. “La gran parte degli elettori che voteranno per noi, non voterebbero per i candidati del Partito Democratico, quindi noi non portiamo via nulla a loro. Aggiungiamo, recuperiamo persone che altrimenti non voterebbero per il Pd”, conclude D’Alema.