Pippo Civati: “Difficile restare nel Pd, dissidenti con me”. E apre agli ex M5s

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Febbraio 2014 - 12:54 OLTRE 6 MESI FA
Pippo Civati: "Difficile restare nel Pd, dissidenti con me". E apre agli ex M5s

Pippo Civati: “Difficile restare nel Pd, dissidenti con me”. E apre agli ex M5s (Foto LaPresse)

ROMA – “Restare nel Pd è difficile”. Pippo Civati raduna i dissidenti e si prepara a discutere un nuovo progetto politico e avrebbe già preso contatti con alcuni “eretici” del Movimento 5 stelle. Eretici tra cui potrebbero esserci oltre agli ex M5s già cacciati i 4 senatori messi al bando il 20 febbraio.

Andrea Malagutti su La Stampa scrive:

«Non credo che daremo la fiducia al governo Renzi. Vediamo. Certo che se gli diciamo di no diventa difficile restare nel partito». Quelli ci restano male. «E poi chi la rappresenta l’anima di sinistra?». La questione – che esiste – rimane appesa al nulla. «Ci stiamo ragionando. Magari facciamo un partito. E prima ancora creiamo un gruppo nostro a Palazzo Madama e lo chiamiamo Nuovo Centro Sinistra. O ancora meglio “10%”, perché quella è la percentuale di voti che potremmo raccogliere. Poi ci presentiamo da Matteo e gli chiediamo se preferisce allearsi con l’Ncd o con l’Ncs»”.

Domenica 23 febbraio Civati ha convocato i suoi a Bologna:

“Vuole ridiscutere l’ipotesi di un progetto politico che raccolga l’ormai famoso popolo di Rodotà, la sinistra antiberlusconiana e apertamente anticasta, quella che piace non solo a larga parte di Sel, ma anche all’ala riformatrice grillina. Compresi, naturalmente, i senatori dissidenti Orellana, Battista, Campanella e Bocchino, finiti ieri all’indice (con tanto di foto) sul blog del Caro Leader in un post titolato «Fuoco amico»”.

E proprio i senatori messi al bando, con Orellana apertamente sfiduciato sul blog di Beppe Grillo, potrebbero aggiungersi a Civait e ai dissidenti Pd:

“I quattro potrebbero unirsi ai tre colleghi già usciti dal Movimento Cinque Stelle e formare il famoso gruppo autonomo assieme ai senatori Pd Tocci, Mineo («mi pare che i tempi non siano ancora maturi») e Ricchiuti. Fantasie?

«Con Civati, abbiamo molti punti in comune», dice l’ex grillina Paola De Pin, mentre i senatori più ortodossi del Movimento trattano apertamente i colleghi finiti all’indice come traditori. «Per me sono già fuori», dice Barbara Lezzi. «L’espulsione? Io preferirei che se ne andassero loro, perché adesso hanno rotto le palle», conclude la senatrice Taverna, lasciando intendere che la procedura d’espulsione è già stata avviata ma non prenderà forma fino a martedì. «Aspettate la fiducia?». «Qualcosa abbiamo imparato»”.

 

I Quattro per il momento resistono. «Non ce ne andiamo. La diversità di opinione è ricchezza», ma la loro storia a Cinque Stelle è al capolinea. Bluffano perché col passare dell’età la sensibilità è meno acuta e gli uomini più corazzati e capaci di sopportare le ferite. Civati, nel frattempo, continua a inviare messaggi. «Martedì prima della fiducia dico: questo è un governo di banditi. Lo appoggio. Mi considerate contraddittorio? Se volete vi leggo le frasi di Renzi dell’ultimo mese». Ti ricordi Matteo?, eravamo amici. Poi tutti si diventa più cattivi.