Pisanu (Pdl): “Il ddl intercettazioni può ancora migliorare”

Pubblicato il 12 Giugno 2010 - 08:38 OLTRE 6 MESI FA

Giuseppe Pisanu

E’ fiducioso Giuseppe Pisanu, ex ministro dell’Interno nel precedente governo Berlusconi: il ddl intercettazioni può cambiare. “Ho votato doverosamente la fiducia condividendo la necessità di bloccare sì gli abusi, ma non il rischio di indebolire questo prezioso strumento investigativo e di limitare la libertà d’informazione”. A dirlo è il presidente della Commissione parlamentare antimafia Giuseppe Pisanu, che spera in alcune modifiche al ddl intercettazioni nel passaggio alla Camera.

“Vedo diverse questioni tecniche e di buon senso che si possono ancora risolvere”, dichiara Pisanu in un’intervista a Repubblica. “Personalmente avrei preferito affrontare una discussione anche lacerante prima di arrivare alla fiducia”. Sulle limitazioni alla stampa, “non ho difficoltà a riconoscere che la responsabilità della divulgazione di atti riservati debba essere attribuita a chi ha il dovere di custodirli e non a chi ha il diritto di pubblicarli”, rileva.

L’ex ministro dell’Interno interviene anche sulla manovra. “Per ora basta – afferma – ma per il mondo si parla già di un ‘double deep’, di una seconda caduta, che ci costringerebbe a decisioni più severe. Tremonti dice che siamo a una svolta della storia, e questo, aggiungo io, dovrebbe comportare cambiamenti profondi negli stili di vita, nei modi di produrre, di consumare e anche di fare politica. Altrimenti come ci andiamo all’appuntamento con la storia? Con i fichi secchi di questa manovra?”. “Intanto bisognerebbe superare la logica dei tagli indiscriminati”, prosegue, e guardare agli apparati pubblici, “le province e tutti gli altri enti intermedi”, che sono “sempre più costosi e sempre meno utili”.

Per fronteggiare un’eventuale seconda caduta, conclude Pisanu, serve un governo di “solidarietà nazionale”. Il centrodestra può farcela “a condizione che abbia un’intesa di fondo con l’opposizione e con le grandi organizzazioni sindacali”. L’intesa avrebbe un tempo definito, “perché una volta cessata l’emergenza, come direbbe Aldo Moro, i due schieramenti tornerebbero a essere tra loro naturalmente alternativi”.