Tra polenta e coda alla vaccinara, tra un Frascati e un Lambrusco pace fatta tra Alemanno e Bossi

Pubblicato il 6 Ottobre 2010 - 13:15 OLTRE 6 MESI FA

Una tovaglia bianca, un gazebo davanti Montecitorio, un po’ di vino dei castelli, un bel Lambrusco e un brindisi a favore di telecamere. Comincia così, intorno alle 13, il pranzo della “pace” tra Umberto Bossi e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Un pranzo simbolico di circa mezz’ora all’ombra del Parlamento per suggellare la fine delle ostilità tra il Senatur e i romani, a cui giorni fa ha dato dei “porci”. Una pace fatta con la pasta e la polenta, due cuochi, uno del sì e uno del nord, una sciarpa della Roma per il Senatur, la Polverini che lo imbocca. Insomma… una storia e una polemica che finisce “a tarallucci e vino”, come si dice nella Capitale. Anche se a un Alemanno conciliatore che dice ”questo è il momento di scambiarci reciproche abitudini” replica un Bossi chiuso che a chi gli offre la coda alla vaccinara dice: “Io mangio la polenta”. Ma poi prima di andarsene dice: “Pace è fatta”.

All’inizio della banchettata di riconciliazione c’è stato un contrattempo. Il pranzo doveva essere iniziato già alle 12.30. Era tutto pronto a piazza Montecitorio. Sotto i dieci gazebo bianchi erano stati preparati tavoli apparecchiati, accesi i fornelli con su polenta e coda alla vaccinara oltre a salumi e litri di vino. Il sindaco e il ministro sono arrivati attorno alle 12 ma la calca ha costretto gli esponenti della Lega, Roberto Calderoli e Luca Zaia, ad accompagnare il loro leader dentro Montecitorio. Poi, però, il Senatur è stato riaccompagnato sotto il gazebo e fatto sedere al fianco di Alemanno e di Renata Polverini. Questo solo dopo aver ribadito la sua riprovazione per un Gran Premio di Formula 1 a Roma al suono di: “Cazzo lo corri il Gp a Roma?”.

Il menù. Finisce dunque a “tarallucci e vino”, come si direbbe a Roma, la polemica sull’insulto di Umberto Bossi. Una pace suggellata da un menù “multiculturale” che prevede polenta, per accontentare il palato del padanissimo Bossi, e rigatoni al sugo di coda alla vaccinara, tipici della città di cui Alemanno è primo cittadino. Ad accompagnare il tutto, salumi, vini e un po’ di cicoria ripassata in padella.

Per suggellare la pace sono approdati a Montecitorio cuochi di Testaccio, quartiere popolare di Roma noto per le trattorie romane doc, e di Modena. Hanno cucinato cicoria ripassata, coda alla vaccinara, rigatoni con sugo di coda e trippa, il tutto annaffiato da 80 bottiglie di Frascati Doc mentre l’Italia settentrionale ha portato in trasferta sei forme di Parmigiano Reggiano, salame e 200 chili di polenta al ragù per un totale di un migliaio di porzioni e da bere Lambrusco a volontà.

Per cucinare per gli invitati al pranzo all’aperto organizzato davanti all’obelisco di piazza Montecitorio il Campidoglio si è affidato alla trattoria ‘I Mattarelli’ di Testaccio mentre, in trasferta, la Lega Nord ha portato i sui militanti di Modena che si sono improvvisati chef e si danno da fare davanti a pentoloni di polenta. Per il pranzo è stato allestito un tavolo quadrato molto spartano con tovaglie tipiche da picnic a quadri bianchi e verdi per la parte ‘leghista’ del tavolo e in stoffa marrone per la trattoria romana.

Mentre a tavola si fa la pace, in piazza si litiga. Mentre al tavolo Bossi e Alemanno suggellavano la pace , non si è mai fermata la polemica tra i militanti della Lega e gruppi di romani. ‘Alemanno sindaco de Roma’ scandivano i militanti di ‘Popolo di Roma’. ‘Bossi, Bossi, Bossi’ e anche ‘Padania libera’ gridavano dall’altro lato i verdi padani. Per la durata del pranzo, le due contrapposte ‘tifoserie’ si sono alternate, facendo quasi un unico coro. Ma quando sono arrivati in piazza sostenitori di Pd e Italia dei Valori, ma anche semplici cittadini, a contestare il Senatur, gli animi si sono surriscaldati.