Porcellum, Cassazione rinvia a Consulta: bocciato premio di maggioranza

Pubblicato il 17 Maggio 2013 - 14:33 OLTRE 6 MESI FA
Porcellum, Cassazione rinvia a Consulta: bocciato premio di maggioranza

Porcellum, Cassazione rinvia a Consulta: bocciato premio di maggioranza

ROMA – La Cassazione chiama in causa la Corte Costituzionale sulla legge elettorale. Liste bloccate e premio di maggioranza sono i dubbi di costituzionalità sollevati dalla Suprema Corte che ha disposto l’immediata trasmissione degli atti alla Consulta. La legge è la numero 270 del 21 dicembre 2005: scritta dall’allora ministro per le Riforme Roberto Calderoli, fu dallo stesso definita “una porcata”. E per quest fu ribattezzata “porcellum” dal politologo Giovanni Sartori. Da otto anni disciplina l’elezione dei membri di Camera e Senato ed è stata la legge elettorale più discussa e criticata dal giorno della sua promulgazione.

Nell’ordinanza depositata venerdì mattina dalla Cassazione, si definiscono “rilevanti”, in relazione alla Costituzione e alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, ”le questioni di legittimità” sollevate in un ricorso. In particolare, la I sezione penale, accogliendo l’istanza di 27 ricorrenti dice a chiare lettere che “è dubbio che l’opzione seguita dal legislatore costituisca il risultato di un bilanciamento ragionevole e costituzionalmente accettabile tra i diversi valori in gioco”.

La Corte di Cassazione boccia il cosiddetto premio di maggioranza, previsto sia alla Camera che al Senato, con argomentazioni diverse.

PREMIO ALLA CAMERA ALTERA EQUILIBRI – Il premio di maggioranza alla Camera previsto dal Porcellum ”è un meccanismo premiale che da un lato, incentivando il raggiungimento di accordi tra le liste al fine di accedere al premio, contraddice l’esigenza di assicurare governabilità” e, dall’altro, ”provoca una alterazione degli equilibri istituzionali, tenuto conto che la maggioranza beneficiaria del premio e’ in grado di eleggere gli organi di garanzia che restano in carica per un tempo piu’ lungo della legislatura”.

PREMIO AL SENATO ROVESCIA ESITO – Il premio di maggioranza al Senato, per la Cassazione, pone ”dubbi di legittimita’ costituzionale per la mancanza di una soglia minima di voti e/o seggi” e per ”un meccanismo irrazionale che di fatto contraddice lo scopo che vuole perseguire (assicurare la governabilita’)”. Infatti essendo ”il premio diverso per ogni Regione, il risultato e’ una sommatoria casuale dei premi regionali che finiscono per elidersi tra loro e possono addirittura rovesciare il risultato ottenuto dalle liste e coalizioni su base nazionale”.

DUBBI SU LISTE BLOCCATE – La Cassazione avanza ”dubbi” di costituzionalità anche sul meccanismo delle cosiddette ‘liste bloccate’ e chiede alla Consulta di esprimersi su ”un voto che non consente all’elettore di esprimere alcuna preferenza”.

Il ricorso è stato presentato da 27 ricorrenti, tra cui l’avvocato milanese Aldo Bozzi, nel 2009.  Nel ricorso vengono sollevati dubbi sul Porcellum, poiché il voto, nelle ultime tre tornate elettorali, è stato espresso secondo modalità che contraddicono ”i principi costituzionali del voto personale e uguale, libero e segreto e a suffragio universale diretto”.

Nel 2009 l’avvocato Bozzi, in qualità di semplice elettore, aveva citato in giudizio davanti al Tribunale di Milano la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dell’Interno, ma con sentenza del 18 aprile 2011 il Tribunale milanese aveva escluso la ”rilevanza giuridica della lesione del diritto di voto” e si era dichiarato incompetente a giudicare. Bozzi ha quindi fatto ricorso in Appello e la Corte di Milano ha giudicato la sua istanza inammissibile. Da qui il ricorso alla Suprema Corte da parte di Bozzi e degli altri elettori davanti alla Suprema Corte, che oggi ha chiamato in causa la Consulta.