Primarie Pd: che il voto sia difficile. Percorso a ostacoli, perché?

Pubblicato il 22 Ottobre 2012 - 13:53 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Primarie Pd: con le regole, il calendario e le modalità finalmente stabilite, il cittadino/elettore democratico è ora in grado di conoscere se può votare, quando e come. Sul dove, mancano ancora i dettagli. Comunque sono sicuri il doppio turno, l’albo dei votanti ma senza la possibilità di iscriversi online. Procedura contorta ma ineccepibile o deliberata corsa a ostacoli per favorire un concorrente a discapito di un altro è questione eminentemente politica: i cavilli burocratici sono lì per limitare l’avanzata dell’arrembante Renzi o costituiscono il giusto argine alla temuta invasione di campo di esterni di centrodestra? Proviamo prima a mettere in ordine tutte le fasi della giornata (più probabile due) dell’elettore democratico, anche per verificare le eventuali anomalie o stranezze formali sulle quali ognuno potrà farsi un’idea.

Quando. Si vota domenica 25 novembre dalle 8 alle 20. Se nessuno dei candidati supererà il 50% (come indicano tutti i sondaggi) ci sarà anche un secondo turno, cui parteciperanno i due candidati che avranno ottenuto il maggior numero di voti. Il ballottaggio si terrà la domenica successiva, il 2 dicembre, sempre dalle 8 alle 20.

I candidati. La competizione non è circoscritta solo al segretario Bersani e allo sfidante Renzi anche se solo uno dei due ha reali chance di vittoria. Partecipa anche Vendola, leader di Sel, perché parliamo di primarie di coalizione. Tra gli altri potenziali candidati c’è il Pd Civati (un sondaggio Twitter gli dà il 7,3% dei consensi) e l’ambientalista del partito Laura Puppato e il centrista Tabacci.

Cosa serve per votare. Per votare è necessario intanto avere 18 anni. Poi bisogna iscriversi all’albo versando un contributo di almeno 2 euro. Ci si potrà iscrivere dal 4 al 25 novembre; in caso di ballottaggio chi non avesse votato al primo turno potrà comunque rimediare dal 27 novembre al 1 dicembre, dichiarando l’impossibilità di essersi potuto iscrivere precedentemente. Sei un elettore abilitato a partecipare alle primarie se, attraverso l’iscrizione all’albo, hai sottoscritto pubblico sostegno alla coalizione di centrosinistra “Italia bene comune” e dichiarato di riconoscerti nella sua carta d’intenti. A questo punto ricevi un certificato di elettore di centrosinistra. Non essendo previste iscrizioni online l’elettore dovrà sobbarcarsi una fila in più almeno per il primo turno: una per iscriversi e ottenere il certificato, un’altra al seggio per esprimere la sua preferenza (può esprimerne una sola).

Dove si vota. I seggi vengono insediati sabato 24 novembre alle 18 oppure domenica 25 alle 7. Sono composti da un presidente e due scrutatori con pluralità di presenze politiche. Ciascun candidato potrà designare rappresentanti di lista.

Giudizi e previsioni. Matteo Renzi, convinto assertore della più ampia partecipazione popolare al voto, vede le restrizioni burocratiche come un modo per frenarne la corsa: più gente partecipa più salgono le sue quotazioni, se votassero 4 milioni vincerebbe sicuro. Bersani assicura, invece, che il sistema così com’è garantisce uno svolgimento regolare impedendo che gli elettori di altri schieramenti partecipino alle primarie. Un sondaggio su 45 mila tweet online degli ultimi 10 giorni mostra che la maggioranza non è d’accordo sulla burocratizzazione delle primarie e, più in generale, crede al 55% che con le nuove regole vincerà Bersani (solo uno su 4 è disposto a scommettere sulla vittoria di Renzi).

E’ chiaro che il doppio turno, peraltro garanzia di democraticità in senso lato, avvantaggi Bersani: gli elettori di Vendola (che però non ha iniziato ancora la sua campagna elettorale) saranno portati a riversare il loro “voto utile” a Bersani per sconfiggere il troppo moderato Renzi. La scelta di non attivare procedure di iscrizione online sembra favorire il voto degli elettori molto motivati (iscritti, militanti, simpatizzanti impegnati) a scapito del voto di opinione. Insieme alla doppia fila (una per iscriversi, una per votare) anche il cittadino interessato al dibattito e al destino del Pd viene scoraggiato: un doppio favore a Bersani.

Se nei sondaggi twitter Bersani guida con il 40,8% e Renzi segue con il 33,3% è importante segnalare come il difficile parto delle regole (regole che sono state modificate solo in questa occasione) apra una delicata spaccatura all’interno dell’elettorato stesso. Il 52,4% dei tweet era favorevole a primarie aperte, il 47,6% favorevole alla restrizione della platea dei votanti. Una polarizzazione che non aiuta il percorso unitario del partito, una potenziale spina nel fianco del segretario. L’inevitabile riduzione del numero dei partecipanti alle primarie sarà la prova più manifesta del tentativo riuscito da parte della segreteria di bloccare sul nascere le aspirazioni dell’unico vero outsider attraverso il cambio delle regole in corsa.