Primarie Pd, devastazione Campania. Fra De Luca e Cozzolino “meglio votare Caldoro…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Febbraio 2015 - 13:57 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – Domenica 1° Marzo gli elettori del centrosinistra sceglieranno il loro candidato a presidente della Campania (si vota a maggio). Ma già il Pd si chiede – dopo averle rinviate quattro volte da dicembre – se è meglio bloccarle prima o annullarle poi, visto il clima di diffusi sospetti e di pessime certezze che si è creato intorno a una competizione che assomiglia più a una faida che a una sfida.

Quattro anni fa era il turno delle primarie di Napoli. Si doveva scegliere il candidato sindaco e vinse il bassoliniano Andrea Cozzolino. Furono annullate per irregolarità (convogli di cinesi al seggio, pienone ingiustificato di voti in alcuni quartieri…), poi finì con l'”abbiamo scassato” del De Magistris eletto sindaco.

Quattro anni dopo c’è di nuovo Cozzolino contro il plenipotenziario sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, in un derby fra Napoli e Salerno e fra lo stesso De Luca e Bassolino, da sempre diarchi e rivali del centrosinistra campano. In fuga tutti i candidati “non del territorio”, che non corrispondono al profilo del “guappo democratico”, come lo ha definito Francesco Merlo su Repubblica: uno non da “chiacchiere e distintivo” ma da strette di mano e preferenze.

Quindi neanche candidata Pina Picierno, in fuga Gennaro Migliore, vendoliano convertito sulla via di Firenze, ma incapace di rivaleggiare con De Luca e Bassolino. Merlo: “L’ex di Sel era stato mandato allo sbaraglio da Roma a mortificarsi nella Napoli dov’è nato ma che non ri-conosce e che non lo conosce”.

Ha abbandonato il campo lo scienziato Luigi Nicolais, presidente del Cnr, amico di Napolitano, che aveva già perso le elezioni alla provincia di Napoli con Luigi Cesaro aka Giggino ‘a purpetta. Niente primarie per l’economista lettiano Guglielmo Vaccaro, che anzi ha dichiarato che voterà per Stefano Caldoro, il governatore di centrodestra che è quasi un alieno nel centrodestra campano ancora molto cosentiniano (nel senso di Nicola CosentinoNick ‘o ‘mericano).

E i cosentiniani occupano in pieno il campo delle primarie. Quelle del Pd, però. Merlo parla di “destra neomelodica” il cui campione è il senatore Vincenzo D’Anna:

“E poiché la storia non è maestra di vita i fotoreporter sono già appostati per sorprendere domenica le carovane di cinesi, pakistani e nordafricani, la schiuma del voto comprato appunto, ma soprattutto gli incappucciati della destra: fittiani, cosentiniani, berlusconiani, alfaniani, francescapascaliani e caldoriani. Abbiamo qui sul tavolo una mappa delle primarie a rischio, paese per paese, seggio per seggio. La zona rossa comprende Secondigliano, Giuliano, Ercolano, Torre del Greco, Barra, Pianura, San Carlo all’Arena, San Pietro a Patierno…

Ma l’intenso sapore sudamericano a queste primarie lo dà anche quel seggio del Pd che a San Lorenzo Vicaria è previsto nella sede di una associazione di… Fratelli d’Italia. E poi ci sono le foto e i selfie di Cozzolino con i capibastone della destra che i guaglioni di De Luca hanno segnalato al Mattino due minuti prima che i guaglioni di Cozzolino segnalassero alle stesso Mattino le foto e i selfie di De Luca con i capibastone della destra. Dunque ha ragione il senatore D’Anna: è la destra «la pomata che si sta spalmando» sulle primarie del Pd.

[…] De Luca, che è stato condannato e ha dovuto lasciare la poltrona di sindaco, butta fumo dalle narici, si paragona a Maradona: «Non c’è amministratore che non abbia una condanna. Chi non ce l’ha è una chiavica». E rivendica i successi (veri) nella sua Salerno che è diventata una delle più ordinate città del Sud, con un waterfront moderno, belle strade, grandi architetti… Ma il successo gli ha dato alla testa e ha prevalso la sua natura di campiere. Anche da ministro si atteggiava a mammasantissima, è stato il primo prodotto a sinistra del plebeismo carismatico alla Achille Lauro, lo sceriffo padrone che sottomette la città alla sua legge e non obbedisce neppure ai giudici.

Adesso De Luca è favorito pure su Cozzolino, che fu il fidatissimo assessore di Bassolino alle politiche agricole e alle attività produttive e ora è il candidato degli imprenditori, anche per interessi di famiglia, ma è soprattutto il vincitore di quelle primarie che nel 2011 Bersani annullò per brogli, una ferita aperta nel corpo della sinistra, l’epifania della faccia oscura e persino camorrista di quel modello di democrazia importato dagli Usa e subito andato a male. È la stessa degenerazione che si è rivista a Ercolano, dove si vota anche per il sindaco, e dove gli iscritti, due settimane fa, sono passati da trecento a milleduecento, tutti folgorati dal Pd: la nostra Conchita Sannino ha contato 36 cognomi di camorra.

E queste primarie sono la prima vera rivincita dell’ancien régime non solo sul renzismo ma anche sul bersanismo e sul veltronismo.
Cozzolino e De Luca sono l’eternità dei capibastone che marcano il territorio da Capua a Battipaglia “poltrona per poltrona”, uno spazio epico cartografato: banche, Camere di Commercio, autorità portuali, ospedali, ambulanze, sindaci, province, industrie… e poi mogli, fratelli, figli, consuoceri, ex compagni di scuola”.